Resina, amore e odio: la parola ad Asselti Fabio, in arte Wonderland Fimo!

La resina. Il sogno di ogni creativo, racchiudere le proprie fragili opere in un mezzo trasparente e infrangibile. Rendere effetti come l’acqua, i fondali, le creature in barattolo, realizzare degli eleganti camei con i propri disegni o le proprie opere d’arte preferite.

La resina sa essere tutto questo, e anche un temibile avversario. Dipendendo dalla marca e dal tipo, il principio è che due componenti, ossia la resina pura e un catalizzatore, vanno miscelati con attenzione maniacale per poi indurire all’aria, in un lasso di tempo che va dalle poche ore alle 24 ore e oltre. Sembra semplice detto così, ma non mancano gli incovenienti! Basta un banale errore di misurazione, non aver miscelato abbastanza, aver lasciato troppo la soluzione a riposare prima di usarla per dover buttare tutto…parti appiccicose, tempi di indurimento infiniti, opacità e colamenti  vari…e, neanche  a dirlo, una puzza terribile durante tutta la durata del processo per la maggior parte delle tipologie in commercio! Tutto questo è la resina, un vero e proprio rapporto di amore ed odio.

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Uno dei creativi che più utilizza questo materiale e che ne vanta una certa esperienza è Asselti Fabio, in arte Wonderland Fimo. La caratteristica che più mi piace delle sue opere è l’estrema accortezza di particolari e l’originalità degli sfondi e delle composizioni, che lo rendono distinguibile anche se ha scelto per le sue creazioni un tema difficile da personalizzare. Sentiamo cosa ha da raccontarci!

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Parlaci del cammino che ti ha fatto diventare l’artista che sei ora, le sue decisioni cruciali, le strade intraprese, insomma, tutto ciò che ti ha portato ad essere te stesso oggi.

Una sera di 3 anni fa mi trovavo in una città vicina per una passeggiata assieme ad alcuni amici, c’era una festa e le vie del centro storico erano piene di bancarelle. Tra le tante mi colpì una in particolare, un piccolo tavolino con una simpatica ragazza che faceva piccoli personaggi fantasiosi con uno strano materiale. Incuriosito mi avvicinai e le chiesi informazioni comprando un piccolo elfo porta fortuna. Da quella sera in poi il fimo è entrato tra le mie mani e ogni giorno di questi 3 anni ricordo con piacere quella sera perchè mi chiedo chissà come sarebbe stata la mia vita oggi se quella sera avessi cambiato strada o non mi fossi fermato.

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All’inizio non fu semplice per me, avendo 33 anni mi sentivo un pò buffo ad appassionarmi ad un’arte prettamente femminile o per lo più per ragazzi e ragazze un pò più giovani. Tuttavia era un pensiero sbagliatissimo e me ne resi conto fin da subito ammirando quanti artisti della mia età o uomini ci sono nel mondo. Sicuramente lavorare questo materiale significava investire  denaro, almeno all’inizio,  ma presi coraggio e nel tempo libero iniziai a pasticciare con le mie mani.

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La scelta del nome fu stranamente casuale, non mi ci soffermai molto  e ancora oggi lo trovo un difetto, anche se ormai fa parte di me. In quel periodo uscì nelle sale di tutto il mondo il film “Alice in the wonderland” , probabilmente quel film mi ispirò. Giorno dopo giorno, panetto dopo panetto, pian piano iniziavo ad imparare nuove tecniche, portando i primi lavoretti ad essere più curati nella forma e nella lavorazione stessa del materiale. I complimenti non mancarono e chiaramente per un’artista, come per qualsiasi persona, mi davano la carica per imparare ancora più in fretta e cose nuove.

Parlaci dell’uso della resina nelle tue creazioni…la parte più difficile dell’utilizzo della resina è il suo comportamento spesso imprevedibile, almeno per mia esperienza. Parti che non si aciugano bene, superfici appiccicose, tempi di indurimento infiniti…avendola sperimentata molto, come combatti questi inconvenienti?

La resina e’ il materiale che piu’ amo. Non ho mai avuto problemi dal primo giorno che l’ho acquistata. Come primo esperimento ho solo fatto una piccolissima prova in un bicchiere di plastica ed e’ andata benissimo, come seconda prova ho realizzato una piccola piscina con delle carpe che non ho mai mostrato sulla pagina. La piu’ grossa cavolata e’ stata quella di buttare i residui nel lavandino!!!Abbiamo cambiato solo le tubazioni in cucina, niente di grave ahahaha!!

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Quando il tutto non si asciuga bene nei tempi previsti dipende dalle dosi errate dei due componenti “A” e “B” , un piccolo esempio: su 10 grammi di componente “A ” miscelo il 60% del componente “B” cioe’ 6 grammi tutto, con l’aiuto di un bilancino di precisione. Dopo questa operazione  miscelo delicatamente il tutto per non far formare bollicine antiestetiche. Di solito la mia resina si indurisce nel giro di 10 ore, diventa plastica durissima.

Secondo me la parte piu’ “difficile” e’ quando si misurano i grammi del componenete A e B.  Io metto prima il contenitore  sul bilancino, lo azzero e ci verso il componente “A”. Una volta misurato verso poi componente “B” facendo attenzione che sia il 60% del primo. Se sbagli questa fase devi buttare tutto, creazione e resina.

La resina che uso e’ la Prochima E30 effetto acqua trasparentissima, secondo me e’ la migliore in assoluto e non puzza come mi hanno riferito fare altre tipologie di resina. Ho provato anche quella della Stamperia ma la trovo pessima. La prochima la pago un bel po’ , se non erro sulle 25 euro nei negozi di belle arti, ma mi dura tantissimo.

Le tue creazioni sono famose per il loro design molto semplice e accattivante, che riprende temi kawaii in forme e sfondi personali. Ma la cosa che forse più ti contraddistingue è l’uso della resina che usi nelle tue “piscine”. Come ti è venuta l’idea e come si è sviluppata nelle varie tecniche?”

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Amo molto il genere Kawaii…chiaramente questa passione nasce da un profondo amore nei confronti della cultura giapponese, che ho rappresentato spesso e che tutt’ora è al centro di molti miei progetti e lavori.

Prima di capire dove sbagliavo ci sono stati tantissimi fallimenti per quanto riguarda l’abbinamento resina e acrilici per gli effetti che avevo in mente:  miele, crema di fragola, nutella…etc. All’inizio ho fatto piccole prove miscelando resina e acrilici…risultati pessimi perche’ e’ scosigliato l’acrilico nella resina!! Poi ho scoperto i colori a pigmento sempre della Prochima che sono fatti apposta per la resina. Ho un infinita’ di colori e quello che piu’ adoro e il color oro e il color miele sono stupendi!!!

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Un’ultima cosa, una volta versata la resina la creazione non può più venir infornata, poichè la resina può perdere di durezza!

Ed ecco apparentemente svelati tutti i misteri della resina. Ringraziamo Fabio, Wonderland Fimo, per aver condiviso la tecnica dei coloranti, che fino ad ora era l’unico ad usare per le creazioni in fimo…inutile ripetermi su quanto sia importante il confronto, imparare e sperimentare! Mai copiare, se volete davvero definirvi persone creative!

Se volete seguire il suo lavoro la sua pagina di riferimento è:

https://www.facebook.com/pages/Wonderland-Fimo/136649149740422

 

Avete qualche esperienza con la resina, di varie marche, colori, nuove tecniche? Non siate timidi, parlatene nei commenti!!!

4 thoughts on “Resina, amore e odio: la parola ad Asselti Fabio, in arte Wonderland Fimo!

  1. Silvia C. ha detto:

    Sono già fan, le sue piscine sono davvero belle, il panda col miele poi è una meraviglia! 😀

  2. Marta Sweetmao ha detto:

    Bellissima intervista ❤
    Bravissimo Fabio ^^

  3. Monica ha detto:

    Io ho scoperto la resina in quasi un anno. Lo utiliso per i quadri in 3D, per creare l’efetto l’acqua, i cristalli…ghiaccio.. Per me è fascinante la trasparenza, il giocco in sine.. mi sento quasi una bambina che puo creare e divertire…Uso lo stesso la Prochima, perche e priva di odore, e trasparentissima.. purtropo le mie tubazioni non hanno soferto nulla, ma.. le tovaglie, il tavolo, i pavimenti….

  4. Fran ha detto:

    voi quale marca di resina bicomponente utilizzate?

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