Resina, amore e odio: la parola ad Asselti Fabio, in arte Wonderland Fimo!

La resina. Il sogno di ogni creativo, racchiudere le proprie fragili opere in un mezzo trasparente e infrangibile. Rendere effetti come l’acqua, i fondali, le creature in barattolo, realizzare degli eleganti camei con i propri disegni o le proprie opere d’arte preferite.

La resina sa essere tutto questo, e anche un temibile avversario. Dipendendo dalla marca e dal tipo, il principio è che due componenti, ossia la resina pura e un catalizzatore, vanno miscelati con attenzione maniacale per poi indurire all’aria, in un lasso di tempo che va dalle poche ore alle 24 ore e oltre. Sembra semplice detto così, ma non mancano gli incovenienti! Basta un banale errore di misurazione, non aver miscelato abbastanza, aver lasciato troppo la soluzione a riposare prima di usarla per dover buttare tutto…parti appiccicose, tempi di indurimento infiniti, opacità e colamenti  vari…e, neanche  a dirlo, una puzza terribile durante tutta la durata del processo per la maggior parte delle tipologie in commercio! Tutto questo è la resina, un vero e proprio rapporto di amore ed odio.

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Uno dei creativi che più utilizza questo materiale e che ne vanta una certa esperienza è Asselti Fabio, in arte Wonderland Fimo. La caratteristica che più mi piace delle sue opere è l’estrema accortezza di particolari e l’originalità degli sfondi e delle composizioni, che lo rendono distinguibile anche se ha scelto per le sue creazioni un tema difficile da personalizzare. Sentiamo cosa ha da raccontarci!

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Parlaci del cammino che ti ha fatto diventare l’artista che sei ora, le sue decisioni cruciali, le strade intraprese, insomma, tutto ciò che ti ha portato ad essere te stesso oggi.

Una sera di 3 anni fa mi trovavo in una città vicina per una passeggiata assieme ad alcuni amici, c’era una festa e le vie del centro storico erano piene di bancarelle. Tra le tante mi colpì una in particolare, un piccolo tavolino con una simpatica ragazza che faceva piccoli personaggi fantasiosi con uno strano materiale. Incuriosito mi avvicinai e le chiesi informazioni comprando un piccolo elfo porta fortuna. Da quella sera in poi il fimo è entrato tra le mie mani e ogni giorno di questi 3 anni ricordo con piacere quella sera perchè mi chiedo chissà come sarebbe stata la mia vita oggi se quella sera avessi cambiato strada o non mi fossi fermato.

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All’inizio non fu semplice per me, avendo 33 anni mi sentivo un pò buffo ad appassionarmi ad un’arte prettamente femminile o per lo più per ragazzi e ragazze un pò più giovani. Tuttavia era un pensiero sbagliatissimo e me ne resi conto fin da subito ammirando quanti artisti della mia età o uomini ci sono nel mondo. Sicuramente lavorare questo materiale significava investire  denaro, almeno all’inizio,  ma presi coraggio e nel tempo libero iniziai a pasticciare con le mie mani.

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La scelta del nome fu stranamente casuale, non mi ci soffermai molto  e ancora oggi lo trovo un difetto, anche se ormai fa parte di me. In quel periodo uscì nelle sale di tutto il mondo il film “Alice in the wonderland” , probabilmente quel film mi ispirò. Giorno dopo giorno, panetto dopo panetto, pian piano iniziavo ad imparare nuove tecniche, portando i primi lavoretti ad essere più curati nella forma e nella lavorazione stessa del materiale. I complimenti non mancarono e chiaramente per un’artista, come per qualsiasi persona, mi davano la carica per imparare ancora più in fretta e cose nuove.

Parlaci dell’uso della resina nelle tue creazioni…la parte più difficile dell’utilizzo della resina è il suo comportamento spesso imprevedibile, almeno per mia esperienza. Parti che non si aciugano bene, superfici appiccicose, tempi di indurimento infiniti…avendola sperimentata molto, come combatti questi inconvenienti?

La resina e’ il materiale che piu’ amo. Non ho mai avuto problemi dal primo giorno che l’ho acquistata. Come primo esperimento ho solo fatto una piccolissima prova in un bicchiere di plastica ed e’ andata benissimo, come seconda prova ho realizzato una piccola piscina con delle carpe che non ho mai mostrato sulla pagina. La piu’ grossa cavolata e’ stata quella di buttare i residui nel lavandino!!!Abbiamo cambiato solo le tubazioni in cucina, niente di grave ahahaha!!

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Quando il tutto non si asciuga bene nei tempi previsti dipende dalle dosi errate dei due componenti “A” e “B” , un piccolo esempio: su 10 grammi di componente “A ” miscelo il 60% del componente “B” cioe’ 6 grammi tutto, con l’aiuto di un bilancino di precisione. Dopo questa operazione  miscelo delicatamente il tutto per non far formare bollicine antiestetiche. Di solito la mia resina si indurisce nel giro di 10 ore, diventa plastica durissima.

Secondo me la parte piu’ “difficile” e’ quando si misurano i grammi del componenete A e B.  Io metto prima il contenitore  sul bilancino, lo azzero e ci verso il componente “A”. Una volta misurato verso poi componente “B” facendo attenzione che sia il 60% del primo. Se sbagli questa fase devi buttare tutto, creazione e resina.

La resina che uso e’ la Prochima E30 effetto acqua trasparentissima, secondo me e’ la migliore in assoluto e non puzza come mi hanno riferito fare altre tipologie di resina. Ho provato anche quella della Stamperia ma la trovo pessima. La prochima la pago un bel po’ , se non erro sulle 25 euro nei negozi di belle arti, ma mi dura tantissimo.

Le tue creazioni sono famose per il loro design molto semplice e accattivante, che riprende temi kawaii in forme e sfondi personali. Ma la cosa che forse più ti contraddistingue è l’uso della resina che usi nelle tue “piscine”. Come ti è venuta l’idea e come si è sviluppata nelle varie tecniche?”

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Amo molto il genere Kawaii…chiaramente questa passione nasce da un profondo amore nei confronti della cultura giapponese, che ho rappresentato spesso e che tutt’ora è al centro di molti miei progetti e lavori.

Prima di capire dove sbagliavo ci sono stati tantissimi fallimenti per quanto riguarda l’abbinamento resina e acrilici per gli effetti che avevo in mente:  miele, crema di fragola, nutella…etc. All’inizio ho fatto piccole prove miscelando resina e acrilici…risultati pessimi perche’ e’ scosigliato l’acrilico nella resina!! Poi ho scoperto i colori a pigmento sempre della Prochima che sono fatti apposta per la resina. Ho un infinita’ di colori e quello che piu’ adoro e il color oro e il color miele sono stupendi!!!

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Un’ultima cosa, una volta versata la resina la creazione non può più venir infornata, poichè la resina può perdere di durezza!

Ed ecco apparentemente svelati tutti i misteri della resina. Ringraziamo Fabio, Wonderland Fimo, per aver condiviso la tecnica dei coloranti, che fino ad ora era l’unico ad usare per le creazioni in fimo…inutile ripetermi su quanto sia importante il confronto, imparare e sperimentare! Mai copiare, se volete davvero definirvi persone creative!

Se volete seguire il suo lavoro la sua pagina di riferimento è:

https://www.facebook.com/pages/Wonderland-Fimo/136649149740422

 

Avete qualche esperienza con la resina, di varie marche, colori, nuove tecniche? Non siate timidi, parlatene nei commenti!!!

The Polymeric Art: international Journal

E’ con grande commozione che riporto oggi l’uscita del numero estivo della rivista internazionale ” The Polymeric Art”, totalmente dedicata alla lavorazione delle paste polimeriche e ai loro artisti. Devo ringraziare una mia fan e amica, Marina di M2 ( https://www.facebook.com/pages/M2-Marinamarinomakeit/123616867720370?ref=ts&fref=ts) , una persona rara che oltre a gestire il suo negozio e la sua creatività , trova persino il tempo di cercare occasioni per altre persone che a malapena conosce. Ebbene, grazie Marina di avermi consigliato di scrivere… perchè in questo numero ci sono anche io!!!

A parte il fatto che sto pensando seriamente di abbonarmi a questa rivista ( che in fondo fa 4 numeri all’anno, direi che il sacrificio si può fare ), il numero estivo mi verrà recapitato per posta elettronica e in forma cartacea, quindi per ora c’è solo il mio nome nel sommario…ma tanto basta e avanza…vengo citata come “artista emergente”, il sogno di una vita da autodidatta che si avvera.

http://www.flipsnack.com/A76C7558B7A/fhnfbfij

Spero comunque di avere presto l’articolo completo ( per i miei genitori soprattutto U_U ).

Un grazie di cuore anche a tutti voi che seguendomi e incoraggiangomi mi fate sentire sempre ogni giorno un pò artista e meno hobbista, e questo per me vuol dire tantissimo, perchè anche se il limite vero tecnicamente non esiste, un artista non può autodefinirsi tale ( almeno non senza peccare di presunzione ), poichè l’arte è soprattutto comunicazione, e quindi sono solo coloro che vedono le opere che possono farti superare quella linea sottile.

E’ grazie a voi che ho trovato il coraggio di scrivere, quindi grazie di cuore.

La Figlia del Brigante

Make Up post cottura, sperimentare e sperimentarsi: parla Nobu Happy Spooky!

Nuova interessante intervista per chi vuole dare un tocco in più alle proprie opere…il make up, ossia la decorazione della propria creazione dopo la fase cottura.

Abbiamo già visto nell’intervista con Martinarte che uno dei modi per dipingere la propria creazione in Fimo è la stesura a strati di acrilico e colla vinilica in maniera totalmente coprente per poi dipingere con acquerelli e tempera ( link: https://lafigliadelbrigante.wordpress.com/2013/02/10/larte-di-inventarsi-la-propria-arte-lesperienza-di-martina-de-pellegrin-in-arte-martinarte/ ), tuttavia questa nuova intervista avrà lo scopo di trattare una tecnica per mantenere il più possibile lo sfondo del colore originale del fimo per poi attuare un vero e proprio ” make-up”, una seduta di trucco che darà personalità all’opera.

Maestro di questa tecnica è Domenico Scalisi, in arte Nobu Happy Spooky, il quale afferma che una volta cotte le sue creazioni sono appena a metà dell’opera! Nobu ha inoltre avuto l’abilità di creare un mondo completamente suo, che prende ispirazione dalle sue muse, registi, pittori e scultori, ma con uno stile innovativo che lo rende immediatamente riconoscibile  e che riesce anche a impregnare i suoi soggetti di un’ anima vibrante e quasi viva…raggiungendo così uno dei traguardi più ambiti di qualunque creativo!

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Raccontaci del cammino che ti ha reso l’artista che sei ora, le decisioni cruciali, le strade intraprese, insomma, tutto ciò che ti ha portato ad essere te stesso oggi.

Ognuno di noi nasce per diventare qualcuno, per trovare la strada per inseguire un sogno. Non esiste un momento preciso in cui ho deciso di dedicarmi all’arte. Sin dalla prima infanzia mi rifugiavo nel mio mondo fatto di pastelli colorati e plastilina. Ho studiato all’Accademia di belle arti ma mi definisco comunque autodidatta dato che mi occupo di tutt’altro rispetto ciò che studiavo!

Il mio primo amore è sempre stato il disegno, e ho partecipato a molte mostre di pittura e illustrazione. Solo da qualche anno ho sentito la necessità di rendere reali le mie creature dando loro una vita tridimensionale. Ciò che creo mi fa sentire realizzato al 100% poichè ho scoperto che questo è il miglior mezzo con il quale esprimermi attraverso le mie opere.

Nonostante questo sono sempre alla ricerca di materiali nuovi da sperimentare. Passo molto tempo libero tra gli scaffali dei negozi di belle arti perchè credo che oltre alle idee servano i giusti mezzi per metterle in pratica… e così un giorno di molti anni fa sono stato attratto da quei panetti colorati e mi si è aperto un mondo… dal quale non sono più riuscito a staccarmi!

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I tuoi soggetti e il tuo stile ti hanno caratterizzato fino dall’inizio della tua pagina…sono nati dopo aver cominciato a lavorare in 3D o erano già ben vivi nella tua testa?

Inizialmente, come credo tutti, creavo soggetti molto semplici, personaggi molto stilizzati, spesso ispirati alla moda kawaii del Giappone… Subito dopo aver afferrato le prime basilari tecniche di lavorazione  ho però dato vita ai miei primi mostriciattoli dato che all’epoca ero molto in tinte gotiche! Creavo insieme alla mia attuale compagna ed insieme abbiamo intrapreso la stada dell’handmade, aiutandoci e consigliandoci a vicenda, partecipando a varie esposizioni artigianali, sagre e mercatini natalizi.

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La mia pagina è nata dopo qualche anno di esperienza col fimo, quindi prima ho sviluppato uno stile (tutt’ora e sempre in fase di evoluzione e miglioramento) e successivamente ho debuttato sul web!

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I miei personaggi sono sempre nati dai miei disegni, anche perchè credo che ciò diviene un valido supporto per mostrare con estrema precisione quello che voglio realizzare modellando… ed è proprio così che come per magia posson prendere forma staccandosi dal foglio di carta! Inutile dire che tutte le forme d’arte sono connesse tra di loro… io ne ho sempre la prova dato che spesso anche la musica e la poesia sono mia fonte di ispirazione.

Ho impiegato qualche anno prima di raggiungere il livello desiderato facendo e rifacendo prove di stile soprattutto per cercare di evitare il più possibile tutte le influenze da parte dei miei artisti preferiti (scultori, pittori, registi) perchè in questo campo distinguersi credo sia una delle cose fondamentali! Dietro tutto quindi c’è un lungo percorso di studio e di documentazione.

Ho un attrazione fatale verso il mondo dello stop motion, bambole e burattini mi circondano quotidianamente e prendono forma nella mia mente e attorno a me! Vivo in un mondo parallelo popolato da centinaia di personaggi che non vedono l’ora di prendere forma per poter esprimere emozioni e sentimenti.

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Cominciamo ora con le domande più tecniche: so che esistono molti modi per trattare la creazione una volta cotta, ma nella mia esperienza personale la maggior parte dei colori scivola via dal fimo, fissandosi per lo più nelle fessure e nelle parti ruvide. Le tue creazioni sembrano invece fogli di carta bianchi su cui riesci a rendere tutte le sfumature che desideri.

Molto presto mi sono accorto che il colore del fimo non mi basta, sui miei soggetti trovo siano troppo “finti”. Ho bisogno di sentirli vivi, ho bisogno di vederli arrossire, sporcarsi, talvolta sanguinare o piangere (non prendetemi per pazzo XD), ho bisogno di aggiungere quei dettagli in più in maniera diversa da ciò che permette il fimo stesso!
E’ ben chiaro che dopo aver sfornato una creazione mi trovo spesso ancora a metà strada prima del lavoro compiuto! Solitamente mi affido all’utilizzo di acrilici o acquerelli, ma su particolari pezzi preferisco utilizzare i pregiatissimi colori Genesis che richiedono un fissaggio in forno per circa 8-10 minuti a 130 gradi!

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” Sirena Abissale” WIP

" Sirena Abissale" dopo il make Up. La base è stata realizzata con i Genesis, mentre il make up successivo con acrilici ultradiluiti

” Sirena Abissale” dopo il make Up. La base è stata realizzata con i Genesis, mentre il make up successivo con acrilici ultradiluiti

Molti di voi si chiederenno… ma cosa sono questi Genesis? Beh la domanda sorge spontanea e posso dirvi che sono dei colori speciali, non sono acrilici e non sono ad olio, sono simili a delle creme che si diluiscono tramite un Medium ed il tutto con una punta sottilissima di pennello, quindi piccolissime quantità di colore per evitare sprechi! Permettono sfumature molto realistiche e trasparenti, la pasta sembra quasi assorbirli al suo interno e quindi assistiamo ud un effetto piacevolissimo…tantochè svengono principalmente utilizziati nel mondo delle OOAK, nelle bambole Reborn, ovvero soggetti iper realistici.

" Golum" è stato realizzato dapprima stendendo uno strato di acrilico marrone ultradiluito, e infine rifinito con i colori Genesis per dare un tocco naturale al carnato

” Golum” è stato realizzato dapprima stendendo uno strato di acrilico marrone ultradiluito, e infine rifinito con i colori Genesis per dare un tocco naturale al carnato

Riguardo l’uso di acrilici o acquerelli, posso dire che spesso scivolano sul fimo ma nel mio caso si tratta di superfici non lisce, anzi, direi ruvidissime, grottesche! Un esempio sono i miei piccoli ortaggi, mi son divertito un sacco ad acquerellarli di marrone, verde, rosso come fossero sporchi di terreno, essiccati ed intimiditi! Se si tratta di superfici lisce come il viso di una doll mi affido all’acrilico molto diluito che ha una presa maggiore rispetto all’acquerello. Con un pennello sottilissimo dipingo le labbra e dopo asciutte le proteggo con la vernice gloss per evitare salti facilmente via.

" si vedono gli acquerelli?XD"

” si vedono gli acquerelli?XD”

Posso aggiungere che si può ricorrere anche all’uso di pigmenti in polvere o classica polvere di gesso o addirittura ombretti! Personalmente mi trovo più comodo con materiali di pittura perchè quelli in polvere richiedono una cura maggiore per evitare l’effetto “chiazze” se non vengono ben stese, inoltre vanno fissati con il gloss, che trovo non sia adatta soprattutto quando si tratta di realizzare parti del corpo e visi.

Ho sentito che per realizzare ad esempio le miniature di giochi quali Warhammer, esistono delle vernici anche spray che creano una base su cui poter poi colorare con qualunque tipo di colore, soprattutto acrilico. Secondo te potrebbe essere una soluzione?
Personalmente non trovo sia una buona idea coprire totalmente il colore di base del fimo, perchè trovo che l’effetto finale sia un pò pasticciato e inoltre ridipingere la creazione risulterebbe scomodo… Io se ho voglia di creare una scultuta da dipingere mi affido al fimo light (o efaplast). E’ un materiale leggerissimo, comodo da modellare, indicato per sculture anche di grandi dimensioni che asciuga all’aria. Consiglio il colore bianco (esiste di vari colori in grandi panetti) che si può tranquillamente dipingere con qualsiasi tecnica!
Cosa consigli infine alle persone che vogliono intraprendere un percorso creativo basato sul make up delle loro creazioni?
Se si ama pastrocchiare sulle paste polimeriche con varie tecniche di colorazione consiglio sempre di azzardare, di non aver paura di sbagliare… di provarle tutte perchè l’esperienza aiuta a capire quali sono i metodi più adatti alle proprie esigenze, a quel che si vuole ottenere. Partire con le idee chiare o schirirsele divertendosi a dare sfogo alla propria creatività perchè in fondo l’arte è pura libertà espressiva!

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Mi sento di ringraziare particolarmente Domenico poichè ci ha resi partecipi di tecniche di cui non si viene a sapere tutti i giorni, e aggiungo senza nessuna reticenza,  e questo nonostante sia uno degli artisti più copiati attualmente su facebook.

Il suo, come quello di tutti coloro che hanno partecipato o vogliono partecipare attivamente in questo blog, è un gesto anche simbolico verso chi vuole vivere l’arte in pace sotterrando l’ascia di guerra e lasciando una impronta in questo mondo in maniera adulta e consapevole, crescendo insieme, nel pieno spirito di queste pagine.
Perchè, come dico sempre, le tecniche si possono insegnare, i soggetti no. Quelli dovete trovarveli da soli, se volete davvero che qualcuno si ricordi di voi come persone creative…artisti, persino. Rifletteteci su!
Se volete seguire le mirabolanti avventure di Nobu Happy Spooky ecco le sue pagine di riferimento:

https://www.facebook.com/NobuHappySpooky

Vivere l’arte in un mondo immaginario: Natascia Raffio e il Loverismo

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” Blue Bird”, Natascia Raffio 2013

Questa è una intervista a cui tengo particolarmente, in parte perché tocca temi molto delicati come la concezione di arte e di artista, in parte perché ho deciso di avere come interlocutrice una artista che ammiro molto, Natascia Raffio.

Natascia ha infatti creato dal nulla un mondo tutto suo, che traspare da ogni sua opera, sia essa dipinta o modellata, popolato da alter-ego nati dall’inconscio e amici immaginari, un mix tra l’atmosfera decadente del circo, l’arte dei doll-maker e ambientazioni surreali che straripano di oggetti carichi di significato in continua fusione/lotta con i soggetti rappresentati.

Natascia Raffio è inoltre uno degli esponenti più importanti di un movimento artistico rivoluzionario, il Loverismo, di cui ci farà da portavoce.
Ecco alcune sue opere più rappresentative:

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” The Wait”, Natascia Raffio 2012

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” STARDUST CIRCUS COME IN THE NIGHT”, Natascia Raffio 2012

Come è cominciato il cammino che ti ha fatto diventare l’artista che sei ora? Raccontaci le tue decisioni cruciali, le strade intraprese, insomma, tutto ciò che ti ha portato ad essere te stessa oggi.

Io sono sempre stata quella che sono, non credo di essere mai stata bambina ( o forse non sono mai cresciuta ,c’è chi giura che in realtà non abbia superato gli otto anni). Non ricordo di aver fatto cose diverse da quelle che faccio ora come non ricordo un giorno privo dei compagni immaginari che popolano le mie giornate, non so quando è iniziata veramente. Per quanto riguarda le cose pratiche il mio percorso lavorativo/artistico è iniziato a vent’anni con una prima esposizione seguita da altre e dal tuffo nel mondo del fumetto che fino a qualche anno fa mi ha dato da vivere, per poi tornare alle gallerie.Immagine

Il rapporto con il tuo mondo ha dovuto subire dei cambiamenti durante tale percorso? Sei stata costretta a scendere a dei compromessi o hai sempre trovato il modo di esprimere ciò che veramente volevi rappresentare con le tue opere?

Quando ho iniziato ad esporre (parliamo della preistoria…anni ’90 brrr) il pop surrealismo in Italia non era praticamente arrivato ( io stessa non ne sospettavo l’esistenza…nè la mia appartenenza) e anche se sono riuscita a trovare il mio piccolo spazio era evidente che in quel momento non avrei potuto vivere di quello che facevo e così per un periodo ho fatto fumetti. E’ stato divertente e istruttivo, una gavetta colorata diciamo, e poi senza rendermene conto quello che creavo è diventato “ di moda”, da li il ritorno alle esposizioni e il favoloso approdo alla DOROTHY CIRCUS GALLERY. Per quanto riguarda i compromessi bè diciamo che io non sono molto favorevole quando si tratta di compromettere l’atto creativo, per fortuna non ho mai avuto “proposte indecenti” del tipo “ cambia quegli occhi” ,“aggiungi un sorriso “ o cose simili. La vera lotta è contro le barriere interne, lasciarsi andare è la cosa più difficile anche per una come me che apparentemente sembra fare tutto quello che gli passa per la testa. Vivo nel continuo tentativo di esprimere quello che sento o penso di voler dire. Quello che offro allo spettatore (e a me) è il mio tentativo. Spero basti per il momento hahahaaha.

Nel panorama italiano ci sono molti autodidatta, soprattutto nel mondo delle paste polimeriche e dell’illustrazione, che non si considerano ( e probabilmente non lo faranno mai ) “ artisti “, continuando a classificarsi come “hobbisti” ( indipendentemente dal loro livello di bravura ). Secondo te qual è la vera differenza tra artista ed hobbista? Può un hobbista divenire artista anche se non ha frequentato scuole o ambienti che ufficializzano tale ruolo?

Non credo che una scuola possa darti il titolo d’artista, come non credo che ci si possa auto definire tali. Non mi preoccupo dei “titoli”  Cerco di non annoiarmi mai ,di mantenere l’entusiasmo, di avere sempre qualcosa da dire poi spero che le mie creazioni piacciano ( sono vanitosissima ) e si ricomincia, lavoro dalle 6:30 della mattina fino a sera,non ho tempo per interessarmi alle medaglie.Tu si?

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Parlaci del manifesto del “ Loverismo”, il movimento artistico di cui sei esponente. Alla sua base c’è un idea molto importante, cioè quella che accomuna gli artisti nel sentimento d’amore che spinge l’uomo a creare e condividere la propria opera, scevra da classificazioni di stile e purificata del lato economico. In questa cornice come viene visto il ruolo dell’artista ?

Dunque ( prendo un aria serissima!) il Loverismo non è puramente una nostra invenzione, noi abbiamo dato nome ad un desiderio di molti CREARE E CONFRONTARSI SENZA IVIDIE O STRATEGIE. Il mondo dell’arte o presunta tale è spietato e noi abbiamo voluto creare un isola felice, ci si arriva senza passaporto ma si devono lasciare a casa i bagagli inutili. Non demonizziamo il lato economico
( anche i loveristi devono mangiare) ma le sterili competizioni fra creativi che diventano guerre fra fratelli per uno spazio che a stringersi un pò basta per tutti.

Quale consiglio vuoi dare alle persone che vogliono intraprendere la tua strada di espressione creativa, e magari giungere ad una comunione di intenti con il manifesto Loverista?

Divertitevi.

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” Ondine”, Natascia raffio 2013

Se volete seguire da vicino questa favolosa artista potrete trovarla su:

facebook: https://www.facebook.com/natasciaraffio.art?fref=ts

blog: http://www.natasciaraffio.blogspot.com

e per chi fosse interessati, ecco il manifesto Loverista:

facebook: https://www.facebook.com/Loverismo?fref=ts

sito web: http://www.youtube.com/loverismo

Potrete acquistare le sue bellissime opere ( se arrivate in tempo ), contattandola direttamente oppure prenotando su commissione una sua miniscultura-gioiello su Cyclamen on the Moon : https://www.facebook.com/cyclamenonthemoon?ref=ts&fref=ts

Facciamo il punto…

Salve a tutti,

Come avete visto il blog si è bloccato a causa di un serie di interviste che per una sommatoria di cose non sono andate a buon fine…impegni-rispettivi tempi e rispettive dimenticanze purtroppo! In ogni caso conto di riprendere il fimo, approfondendo i seguenti tre punti ( e magari trovando qualcuno disposto a essere intervistato in merito…)

– resina con Wonderland Fimo ( https://www.facebook.com/pages/Wonderland-Fimo/136649149740422?fref=ts )

– colorazioni post cottura e make up delle creazioni con Nobu Happy Spooky ( https://www.facebook.com/NobuHappySpooky?ref=ts&fref=ts )

– altered art e uso e scelta delle colle con La Petite Deco ( https://www.facebook.com/pages/La-petite-deco/100266400044167?fref=ts )

– arte , creatività e movimento Loverista con Natascia Raffio ( https://www.facebook.com/natasciaraffio.art?fref=ts )

A Presto…E speriamo in bene! Buona serata!

Angelo di Gerusalemme WIP

In attesa di riuscire ad organizzare le nuove interviste vediamo di mettere a frutto ciò che ho imparato….

PROGETTO: Angelo di Gerusalemme in altorilievo, altezza massima mezzo centimetro, da applicare ad una mappa 3D per un gioco da tavolo, Medioevo Universalis ( http://www.medioevouniversalis.org/ ). Il disegno venne realizzato tempo fa da me, mentre la colorazione digitale fu opera della bravissima artista oltre che cosplayer professionista, Elisa Manfrè ( http://elisa-erian.deviantart.com/ ).

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Prima cosa assolutamente necessaria…organizzazione!

1. MATERIALI: ho deciso di fare le ali in supersculpey ( perchè lo uso meno ed è molto morbido ), il corpo in prosculpt ( perchè lo trovo molto più adatto per scolpire ), i capelli e le vesti con le sfoglie di fimo.

2. MODELLAZIONE: si parte dalla base verso l’esterno…prima le ali, poi il corpo e i capelli, poi i vestiti. Ho realizzato una stampa a grandezza richiesta del soggetto così da mantenere le proporzioni, ogni fase sarà cotta in forno su carta da forno prima di passare alla successiva…speriamo bene!

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Prossimamente…i misteri della sostanza più imprevedibile e affascinante del mondo dell’handmade…la Resina!

Ultimamente i preparativi per l’Up mi stanno tenendo un pò lontana dal blog…anche perchè purtroppo l’intervista che avevo in programma è saltata a causa di problemi tecnici con internet!

In attesa di risolvere il tutto, ad Up terminato, mi dedicherò ad un argomento spinoso in compagnia del bravissimo Wonderland Fimo ( https://www.facebook.com/pages/Wonderland-Fimo/136649149740422?ref=ts&fref=ts ), che oltre a raccontarci del suo personale percorso di creativo, ci illustrarà gli svariati modi in cui può essere usata la resina…io personalmente non vedo l’ora!

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Fabio Asselti, in arte Wonderland Fimo, è uno dei creativi che usa più frequentemente questo mezzo per le proprie creazioni, trovando anche delle soluzioni molto originali…dalle piscine fragolose alle più classiche boccette, tutto in rigoroso stile kawaii:

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Alla prossima, spero prestissimo!!!

La figlia del Brigante

L’arte di inventarsi la propria arte: l’esperienza di Martina de Pellegrin, in arte…Martinarte

Questa intervista ha una doppio scopo: da un lato fa parte della serie di “ istruzioni per il post-processing” di una creazione in fimo, cioè una panoramica di cosa si può fare sulla vostra creazione già cotta.

In parte dovrebbe essere uno stimolo a inventarsi la propria arte, a non limitarsi ai prodotti che compriamo già pronti ( che magari essendo di marca costano anche molto di più ) ma a sperimentare nuove tecniche e materiali dove, per impossibilità tecnica o economica, non abbiamo questi prodotti a disposizione.

E’ quello che abitualmente fa Martina, che da suo nonno imbianchino ha scoperto le potenzialità della colla vinilica…vediamo cosa ha da raccontare!

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Raccontaci la tua storia e parlaci delle tue battaglie personali…come hai cominciato a lavorare le paste polimeriche e come sei cresciuta fino ad oggi?

Ho sempre lavorato con le mani fin dalla tenera età….mia madre mi raccontava che al termine dell’anno portavo a casa dall’asilo plichi e plichi di disegni fatti con le tecniche più disparate. Ti posso dire quindi che ho questa cosa nel sangue da sempre. Sono nata con l’esigenza di esprimermi attraverso l’arte figurativa, poiché non sono mai stata una grande oratrice che imbambola le persone che la circondano. Sono una persona allegra e di compagnia ma sono anche molto timida e riservata…ecco perchè tendo a scegliere la pittura o il mondo della cratività come forma di espressione, perchè posso realizzarle da sola.

Quale tecniche hai favorito quindi nel corso della tua “vita artistica”?

Ho sempre spaziato per quanto riguarda le tecniche artistiche, anche perchè non avendo mai avuto a disposizione denaro sufficiente per comperare materiali appositi, mi son dovuta ingegnare. Spesso mi son trovata a disegnare dipingere o creare con cose assurde. Tengo sempre in moto il cervello e cerco di ottenere il risultato che voglio magari attraverso cose differenti.

Il fimo l’ho scoperto per caso, come quasi tutte le persone, girando in internet o vedendo in giro oggetti realizzati con questo materiale. Ricordo che la mia prima confezione di fimo la comprai una domenica pomeriggio sotto forma di kit per costruire collane già pronti. Visto il costo pensai di prendere qualcosa che mi permettesse di ottenere almeno un prodotto finito…..solo che ovviamente, per mia natura non ho creato la collana bensì ho utilizzato la pasta per tutt’altro.

Ho iniziato a informarmi e ovviamente col tempo impari a capire le diverse possibilità di applicazione del materiale. Dopo una costante lavorazione cominci a trovare la tua strada.

Per quanto riguarda il mio stile….io mi baso assolutissimamente sull’illustrazione per l’infanzia, mio immensissimo amore. Adoro le ambientazioni in quello stile, come nei libri di Beatrix Potter. Quando ero bambina mi perdevo nelle immagini di campagna dei libri di fiabe.

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Come ti è capitato di trovare la giusta combinazione che ti permettesse di dipingere il fimo invece di comprare i panetti di colori già pronti?

Inizialmente compravo un sacco di panetti di fimo colorati, come tutti. Poi leggendo, sperimentando, documentandomi e usando l’istinto sono arrivata a uno stile mio, ed ora sinceramente utilizzo il fimo di un qualsiasi colore e tendo a dipingerlo successivamente.

Essendo una persona istintiva non faccio progetti su carta (cosa sbagliata), scolpisco come mi sento e le mie opere cambiano forma mano mano che vado avanti…utilizzo il fimo come base principale poi gli effetti maggiori li ottengo con la pittura. Terminato l’oggetto lo copro con una mano di acrilico bianco per uniformare il tutto e poi procedo con la pittura, come se dipingessi un quadro.

Per mia esperienza personale il fimo se passo uno strato sottile all’inizio ha un effetto quasi impermeabile… non hai problemi a far asciugare l’acrilico sul fimo cotto?

Assolutamente no. L‘acrilico è un colore che si adatta su quasi tutte le superfici…basta dosare la consistenza e si fanno più strati, stando a ttenti a non coprire troppo i particolari, altrimenti la lavorazione che hai fatto prima con la modellazione tende a venire meno.

Inoltre io non utilizzo colori costosi…la base la faccio in acrilico, ma il resto lo dipingo con semplici aquarelli o tempere. Poi invece di usare la vernice utilizzo uno strato di colla vinilica, oppure alterno la colla vinilica alla vernice ….una piccola spruzzatina per fermare i colori e poi via di colla sottile e passata col pannello. Avendo una formazione da storica dell’arte ho potuto studiare le fasi della pittura degli artisti del rinascimento, che utilizzavano in prevalenza le tempere e ho applicato il sistema della stesura a strati anche qui…ovviamente in un modo tutto mio!

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Per quanto riguarda il gradi di diluizione della colla…..dipende da cosa vuoi fare. Troppo diluita non puoi ad esempio usarla sugli aquarelli…perchè li scioglierebbe. In quel caso puoi usarla pura come è nel barattolo ma assicurandoti di fare uno strato veramente uniforme e sottile.

La cosa meravigliosa è che una volta asciutta puoi dipingerci sopra e poi ripassare la colla…e farlo quante volte vuoi!

Poi ovvio ci sono i trucchi per velocizzare…io uso la pistola termica per asciugarla, ma bisogna saperla usare bene perchè se si usa in modo errato la colla si gonfia e soffrigge.

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Com’è l’aspetto della colla vinilica una volta cotta?

Devi sempre dosarla, mai mai metterne troppa. Io la uso sotto il materiale come una specie di aggregante e dunque non si vede.

Pensa che mio nonno era imbianchino e usava la Vinavil diluita nel colore quando doveva fare trattamenti post muffa sulle pareti…è un isolante favoloso, ed essendo un vinile crea una plastica protettiva. Ecco perchè la uso in tutte le mie opere!

C’è una tua creazione in particolare che ti va di commentare?

devo scegliere una mia opera?….domanda difficile perchè le amo e le odio tutte, e ognuna ha una lstoria a se…..mi è capitato spesso di avere delusioni dopo aver accettato una commissione, gente che sparisce o addirittura rifiuta il lavoro. Preferisco regalarle, piuttosto. Per questo quasi tutte hanno qualcosa di speciale, poiché creo pensando di rendere felice una persona in particolare.

Purtroppo io devo calcolare il costo e le ore di lavoro e la gente non ha più la cultura del fatto a mano…pretendono una cosa bella a un prezzo da negozio cinese.

Questo è in assoluto il mio primo diorama, non lo venderei mai, nonostante ciò che realizzo ora anche a livello di personaggi sia molto migliorato, tipo il re ranocchio o il leprotto marzolino.

Ma questa è proprio la mia prima sperimentazione, fatta con materiali di fortuna, tutti differenti.

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Qualcosa di Martina l’abbiamo già visto con qualche immagine durante l’intervista, e io non posso non ammirare un’artista così piena di inventiva e di sogni. La sua vita artistica le ha dato molte delusioni, e spero che qualcuno impari a riconoscere il suo talento e la valorizzi come merita!

Se volete contattarla o anche solo ammirare i suoi lavori ( soprattutto di pittura e disegno, che non ho pubblicato visto che non erano in tema ), queste sono le sua pagine:

http://martinarte80.blogspot.it/

https://www.facebook.com/pages/Martinarte/401637099894750

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Rifatevi gli occhi! ❤

Alla prossima,

La Figlia del Brigante

Certificato di adozione…regole per mantenere al meglio la tua creazione

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Era da tempo che volevo farlo, e mi sono decisa. Queste semplici regole servono a chi adotta le vostre creazioni per comprendere i limiti del fimo, le cose da evitare, e anche per considerare la vostra creazione per ciò che è: qualcosa di artigianale e unico, che come tale ha i suoi limiti.

Vi consiglio di farlo a vostra volta, è sinonimo di serietà e di amore verso le vostre creature, e magari potrà garantire una sopravvivenza maggiore a questi oggettini troppo spesso considerati come bigiotteria di serie B…e anche a essere presi un pò più sul serio!