Make Up post cottura, sperimentare e sperimentarsi: parla Nobu Happy Spooky!

Nuova interessante intervista per chi vuole dare un tocco in più alle proprie opere…il make up, ossia la decorazione della propria creazione dopo la fase cottura.

Abbiamo già visto nell’intervista con Martinarte che uno dei modi per dipingere la propria creazione in Fimo è la stesura a strati di acrilico e colla vinilica in maniera totalmente coprente per poi dipingere con acquerelli e tempera ( link: https://lafigliadelbrigante.wordpress.com/2013/02/10/larte-di-inventarsi-la-propria-arte-lesperienza-di-martina-de-pellegrin-in-arte-martinarte/ ), tuttavia questa nuova intervista avrà lo scopo di trattare una tecnica per mantenere il più possibile lo sfondo del colore originale del fimo per poi attuare un vero e proprio ” make-up”, una seduta di trucco che darà personalità all’opera.

Maestro di questa tecnica è Domenico Scalisi, in arte Nobu Happy Spooky, il quale afferma che una volta cotte le sue creazioni sono appena a metà dell’opera! Nobu ha inoltre avuto l’abilità di creare un mondo completamente suo, che prende ispirazione dalle sue muse, registi, pittori e scultori, ma con uno stile innovativo che lo rende immediatamente riconoscibile  e che riesce anche a impregnare i suoi soggetti di un’ anima vibrante e quasi viva…raggiungendo così uno dei traguardi più ambiti di qualunque creativo!

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Raccontaci del cammino che ti ha reso l’artista che sei ora, le decisioni cruciali, le strade intraprese, insomma, tutto ciò che ti ha portato ad essere te stesso oggi.

Ognuno di noi nasce per diventare qualcuno, per trovare la strada per inseguire un sogno. Non esiste un momento preciso in cui ho deciso di dedicarmi all’arte. Sin dalla prima infanzia mi rifugiavo nel mio mondo fatto di pastelli colorati e plastilina. Ho studiato all’Accademia di belle arti ma mi definisco comunque autodidatta dato che mi occupo di tutt’altro rispetto ciò che studiavo!

Il mio primo amore è sempre stato il disegno, e ho partecipato a molte mostre di pittura e illustrazione. Solo da qualche anno ho sentito la necessità di rendere reali le mie creature dando loro una vita tridimensionale. Ciò che creo mi fa sentire realizzato al 100% poichè ho scoperto che questo è il miglior mezzo con il quale esprimermi attraverso le mie opere.

Nonostante questo sono sempre alla ricerca di materiali nuovi da sperimentare. Passo molto tempo libero tra gli scaffali dei negozi di belle arti perchè credo che oltre alle idee servano i giusti mezzi per metterle in pratica… e così un giorno di molti anni fa sono stato attratto da quei panetti colorati e mi si è aperto un mondo… dal quale non sono più riuscito a staccarmi!

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I tuoi soggetti e il tuo stile ti hanno caratterizzato fino dall’inizio della tua pagina…sono nati dopo aver cominciato a lavorare in 3D o erano già ben vivi nella tua testa?

Inizialmente, come credo tutti, creavo soggetti molto semplici, personaggi molto stilizzati, spesso ispirati alla moda kawaii del Giappone… Subito dopo aver afferrato le prime basilari tecniche di lavorazione  ho però dato vita ai miei primi mostriciattoli dato che all’epoca ero molto in tinte gotiche! Creavo insieme alla mia attuale compagna ed insieme abbiamo intrapreso la stada dell’handmade, aiutandoci e consigliandoci a vicenda, partecipando a varie esposizioni artigianali, sagre e mercatini natalizi.

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La mia pagina è nata dopo qualche anno di esperienza col fimo, quindi prima ho sviluppato uno stile (tutt’ora e sempre in fase di evoluzione e miglioramento) e successivamente ho debuttato sul web!

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I miei personaggi sono sempre nati dai miei disegni, anche perchè credo che ciò diviene un valido supporto per mostrare con estrema precisione quello che voglio realizzare modellando… ed è proprio così che come per magia posson prendere forma staccandosi dal foglio di carta! Inutile dire che tutte le forme d’arte sono connesse tra di loro… io ne ho sempre la prova dato che spesso anche la musica e la poesia sono mia fonte di ispirazione.

Ho impiegato qualche anno prima di raggiungere il livello desiderato facendo e rifacendo prove di stile soprattutto per cercare di evitare il più possibile tutte le influenze da parte dei miei artisti preferiti (scultori, pittori, registi) perchè in questo campo distinguersi credo sia una delle cose fondamentali! Dietro tutto quindi c’è un lungo percorso di studio e di documentazione.

Ho un attrazione fatale verso il mondo dello stop motion, bambole e burattini mi circondano quotidianamente e prendono forma nella mia mente e attorno a me! Vivo in un mondo parallelo popolato da centinaia di personaggi che non vedono l’ora di prendere forma per poter esprimere emozioni e sentimenti.

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Cominciamo ora con le domande più tecniche: so che esistono molti modi per trattare la creazione una volta cotta, ma nella mia esperienza personale la maggior parte dei colori scivola via dal fimo, fissandosi per lo più nelle fessure e nelle parti ruvide. Le tue creazioni sembrano invece fogli di carta bianchi su cui riesci a rendere tutte le sfumature che desideri.

Molto presto mi sono accorto che il colore del fimo non mi basta, sui miei soggetti trovo siano troppo “finti”. Ho bisogno di sentirli vivi, ho bisogno di vederli arrossire, sporcarsi, talvolta sanguinare o piangere (non prendetemi per pazzo XD), ho bisogno di aggiungere quei dettagli in più in maniera diversa da ciò che permette il fimo stesso!
E’ ben chiaro che dopo aver sfornato una creazione mi trovo spesso ancora a metà strada prima del lavoro compiuto! Solitamente mi affido all’utilizzo di acrilici o acquerelli, ma su particolari pezzi preferisco utilizzare i pregiatissimi colori Genesis che richiedono un fissaggio in forno per circa 8-10 minuti a 130 gradi!

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” Sirena Abissale” WIP

" Sirena Abissale" dopo il make Up. La base è stata realizzata con i Genesis, mentre il make up successivo con acrilici ultradiluiti

” Sirena Abissale” dopo il make Up. La base è stata realizzata con i Genesis, mentre il make up successivo con acrilici ultradiluiti

Molti di voi si chiederenno… ma cosa sono questi Genesis? Beh la domanda sorge spontanea e posso dirvi che sono dei colori speciali, non sono acrilici e non sono ad olio, sono simili a delle creme che si diluiscono tramite un Medium ed il tutto con una punta sottilissima di pennello, quindi piccolissime quantità di colore per evitare sprechi! Permettono sfumature molto realistiche e trasparenti, la pasta sembra quasi assorbirli al suo interno e quindi assistiamo ud un effetto piacevolissimo…tantochè svengono principalmente utilizziati nel mondo delle OOAK, nelle bambole Reborn, ovvero soggetti iper realistici.

" Golum" è stato realizzato dapprima stendendo uno strato di acrilico marrone ultradiluito, e infine rifinito con i colori Genesis per dare un tocco naturale al carnato

” Golum” è stato realizzato dapprima stendendo uno strato di acrilico marrone ultradiluito, e infine rifinito con i colori Genesis per dare un tocco naturale al carnato

Riguardo l’uso di acrilici o acquerelli, posso dire che spesso scivolano sul fimo ma nel mio caso si tratta di superfici non lisce, anzi, direi ruvidissime, grottesche! Un esempio sono i miei piccoli ortaggi, mi son divertito un sacco ad acquerellarli di marrone, verde, rosso come fossero sporchi di terreno, essiccati ed intimiditi! Se si tratta di superfici lisce come il viso di una doll mi affido all’acrilico molto diluito che ha una presa maggiore rispetto all’acquerello. Con un pennello sottilissimo dipingo le labbra e dopo asciutte le proteggo con la vernice gloss per evitare salti facilmente via.

" si vedono gli acquerelli?XD"

” si vedono gli acquerelli?XD”

Posso aggiungere che si può ricorrere anche all’uso di pigmenti in polvere o classica polvere di gesso o addirittura ombretti! Personalmente mi trovo più comodo con materiali di pittura perchè quelli in polvere richiedono una cura maggiore per evitare l’effetto “chiazze” se non vengono ben stese, inoltre vanno fissati con il gloss, che trovo non sia adatta soprattutto quando si tratta di realizzare parti del corpo e visi.

Ho sentito che per realizzare ad esempio le miniature di giochi quali Warhammer, esistono delle vernici anche spray che creano una base su cui poter poi colorare con qualunque tipo di colore, soprattutto acrilico. Secondo te potrebbe essere una soluzione?
Personalmente non trovo sia una buona idea coprire totalmente il colore di base del fimo, perchè trovo che l’effetto finale sia un pò pasticciato e inoltre ridipingere la creazione risulterebbe scomodo… Io se ho voglia di creare una scultuta da dipingere mi affido al fimo light (o efaplast). E’ un materiale leggerissimo, comodo da modellare, indicato per sculture anche di grandi dimensioni che asciuga all’aria. Consiglio il colore bianco (esiste di vari colori in grandi panetti) che si può tranquillamente dipingere con qualsiasi tecnica!
Cosa consigli infine alle persone che vogliono intraprendere un percorso creativo basato sul make up delle loro creazioni?
Se si ama pastrocchiare sulle paste polimeriche con varie tecniche di colorazione consiglio sempre di azzardare, di non aver paura di sbagliare… di provarle tutte perchè l’esperienza aiuta a capire quali sono i metodi più adatti alle proprie esigenze, a quel che si vuole ottenere. Partire con le idee chiare o schirirsele divertendosi a dare sfogo alla propria creatività perchè in fondo l’arte è pura libertà espressiva!

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Mi sento di ringraziare particolarmente Domenico poichè ci ha resi partecipi di tecniche di cui non si viene a sapere tutti i giorni, e aggiungo senza nessuna reticenza,  e questo nonostante sia uno degli artisti più copiati attualmente su facebook.

Il suo, come quello di tutti coloro che hanno partecipato o vogliono partecipare attivamente in questo blog, è un gesto anche simbolico verso chi vuole vivere l’arte in pace sotterrando l’ascia di guerra e lasciando una impronta in questo mondo in maniera adulta e consapevole, crescendo insieme, nel pieno spirito di queste pagine.
Perchè, come dico sempre, le tecniche si possono insegnare, i soggetti no. Quelli dovete trovarveli da soli, se volete davvero che qualcuno si ricordi di voi come persone creative…artisti, persino. Rifletteteci su!
Se volete seguire le mirabolanti avventure di Nobu Happy Spooky ecco le sue pagine di riferimento:

https://www.facebook.com/NobuHappySpooky

Angelo di Gerusalemme WIP

In attesa di riuscire ad organizzare le nuove interviste vediamo di mettere a frutto ciò che ho imparato….

PROGETTO: Angelo di Gerusalemme in altorilievo, altezza massima mezzo centimetro, da applicare ad una mappa 3D per un gioco da tavolo, Medioevo Universalis ( http://www.medioevouniversalis.org/ ). Il disegno venne realizzato tempo fa da me, mentre la colorazione digitale fu opera della bravissima artista oltre che cosplayer professionista, Elisa Manfrè ( http://elisa-erian.deviantart.com/ ).

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Prima cosa assolutamente necessaria…organizzazione!

1. MATERIALI: ho deciso di fare le ali in supersculpey ( perchè lo uso meno ed è molto morbido ), il corpo in prosculpt ( perchè lo trovo molto più adatto per scolpire ), i capelli e le vesti con le sfoglie di fimo.

2. MODELLAZIONE: si parte dalla base verso l’esterno…prima le ali, poi il corpo e i capelli, poi i vestiti. Ho realizzato una stampa a grandezza richiesta del soggetto così da mantenere le proporzioni, ogni fase sarà cotta in forno su carta da forno prima di passare alla successiva…speriamo bene!

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L’arte di inventarsi la propria arte: l’esperienza di Martina de Pellegrin, in arte…Martinarte

Questa intervista ha una doppio scopo: da un lato fa parte della serie di “ istruzioni per il post-processing” di una creazione in fimo, cioè una panoramica di cosa si può fare sulla vostra creazione già cotta.

In parte dovrebbe essere uno stimolo a inventarsi la propria arte, a non limitarsi ai prodotti che compriamo già pronti ( che magari essendo di marca costano anche molto di più ) ma a sperimentare nuove tecniche e materiali dove, per impossibilità tecnica o economica, non abbiamo questi prodotti a disposizione.

E’ quello che abitualmente fa Martina, che da suo nonno imbianchino ha scoperto le potenzialità della colla vinilica…vediamo cosa ha da raccontare!

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Raccontaci la tua storia e parlaci delle tue battaglie personali…come hai cominciato a lavorare le paste polimeriche e come sei cresciuta fino ad oggi?

Ho sempre lavorato con le mani fin dalla tenera età….mia madre mi raccontava che al termine dell’anno portavo a casa dall’asilo plichi e plichi di disegni fatti con le tecniche più disparate. Ti posso dire quindi che ho questa cosa nel sangue da sempre. Sono nata con l’esigenza di esprimermi attraverso l’arte figurativa, poiché non sono mai stata una grande oratrice che imbambola le persone che la circondano. Sono una persona allegra e di compagnia ma sono anche molto timida e riservata…ecco perchè tendo a scegliere la pittura o il mondo della cratività come forma di espressione, perchè posso realizzarle da sola.

Quale tecniche hai favorito quindi nel corso della tua “vita artistica”?

Ho sempre spaziato per quanto riguarda le tecniche artistiche, anche perchè non avendo mai avuto a disposizione denaro sufficiente per comperare materiali appositi, mi son dovuta ingegnare. Spesso mi son trovata a disegnare dipingere o creare con cose assurde. Tengo sempre in moto il cervello e cerco di ottenere il risultato che voglio magari attraverso cose differenti.

Il fimo l’ho scoperto per caso, come quasi tutte le persone, girando in internet o vedendo in giro oggetti realizzati con questo materiale. Ricordo che la mia prima confezione di fimo la comprai una domenica pomeriggio sotto forma di kit per costruire collane già pronti. Visto il costo pensai di prendere qualcosa che mi permettesse di ottenere almeno un prodotto finito…..solo che ovviamente, per mia natura non ho creato la collana bensì ho utilizzato la pasta per tutt’altro.

Ho iniziato a informarmi e ovviamente col tempo impari a capire le diverse possibilità di applicazione del materiale. Dopo una costante lavorazione cominci a trovare la tua strada.

Per quanto riguarda il mio stile….io mi baso assolutissimamente sull’illustrazione per l’infanzia, mio immensissimo amore. Adoro le ambientazioni in quello stile, come nei libri di Beatrix Potter. Quando ero bambina mi perdevo nelle immagini di campagna dei libri di fiabe.

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Come ti è capitato di trovare la giusta combinazione che ti permettesse di dipingere il fimo invece di comprare i panetti di colori già pronti?

Inizialmente compravo un sacco di panetti di fimo colorati, come tutti. Poi leggendo, sperimentando, documentandomi e usando l’istinto sono arrivata a uno stile mio, ed ora sinceramente utilizzo il fimo di un qualsiasi colore e tendo a dipingerlo successivamente.

Essendo una persona istintiva non faccio progetti su carta (cosa sbagliata), scolpisco come mi sento e le mie opere cambiano forma mano mano che vado avanti…utilizzo il fimo come base principale poi gli effetti maggiori li ottengo con la pittura. Terminato l’oggetto lo copro con una mano di acrilico bianco per uniformare il tutto e poi procedo con la pittura, come se dipingessi un quadro.

Per mia esperienza personale il fimo se passo uno strato sottile all’inizio ha un effetto quasi impermeabile… non hai problemi a far asciugare l’acrilico sul fimo cotto?

Assolutamente no. L‘acrilico è un colore che si adatta su quasi tutte le superfici…basta dosare la consistenza e si fanno più strati, stando a ttenti a non coprire troppo i particolari, altrimenti la lavorazione che hai fatto prima con la modellazione tende a venire meno.

Inoltre io non utilizzo colori costosi…la base la faccio in acrilico, ma il resto lo dipingo con semplici aquarelli o tempere. Poi invece di usare la vernice utilizzo uno strato di colla vinilica, oppure alterno la colla vinilica alla vernice ….una piccola spruzzatina per fermare i colori e poi via di colla sottile e passata col pannello. Avendo una formazione da storica dell’arte ho potuto studiare le fasi della pittura degli artisti del rinascimento, che utilizzavano in prevalenza le tempere e ho applicato il sistema della stesura a strati anche qui…ovviamente in un modo tutto mio!

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Per quanto riguarda il gradi di diluizione della colla…..dipende da cosa vuoi fare. Troppo diluita non puoi ad esempio usarla sugli aquarelli…perchè li scioglierebbe. In quel caso puoi usarla pura come è nel barattolo ma assicurandoti di fare uno strato veramente uniforme e sottile.

La cosa meravigliosa è che una volta asciutta puoi dipingerci sopra e poi ripassare la colla…e farlo quante volte vuoi!

Poi ovvio ci sono i trucchi per velocizzare…io uso la pistola termica per asciugarla, ma bisogna saperla usare bene perchè se si usa in modo errato la colla si gonfia e soffrigge.

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Com’è l’aspetto della colla vinilica una volta cotta?

Devi sempre dosarla, mai mai metterne troppa. Io la uso sotto il materiale come una specie di aggregante e dunque non si vede.

Pensa che mio nonno era imbianchino e usava la Vinavil diluita nel colore quando doveva fare trattamenti post muffa sulle pareti…è un isolante favoloso, ed essendo un vinile crea una plastica protettiva. Ecco perchè la uso in tutte le mie opere!

C’è una tua creazione in particolare che ti va di commentare?

devo scegliere una mia opera?….domanda difficile perchè le amo e le odio tutte, e ognuna ha una lstoria a se…..mi è capitato spesso di avere delusioni dopo aver accettato una commissione, gente che sparisce o addirittura rifiuta il lavoro. Preferisco regalarle, piuttosto. Per questo quasi tutte hanno qualcosa di speciale, poiché creo pensando di rendere felice una persona in particolare.

Purtroppo io devo calcolare il costo e le ore di lavoro e la gente non ha più la cultura del fatto a mano…pretendono una cosa bella a un prezzo da negozio cinese.

Questo è in assoluto il mio primo diorama, non lo venderei mai, nonostante ciò che realizzo ora anche a livello di personaggi sia molto migliorato, tipo il re ranocchio o il leprotto marzolino.

Ma questa è proprio la mia prima sperimentazione, fatta con materiali di fortuna, tutti differenti.

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Qualcosa di Martina l’abbiamo già visto con qualche immagine durante l’intervista, e io non posso non ammirare un’artista così piena di inventiva e di sogni. La sua vita artistica le ha dato molte delusioni, e spero che qualcuno impari a riconoscere il suo talento e la valorizzi come merita!

Se volete contattarla o anche solo ammirare i suoi lavori ( soprattutto di pittura e disegno, che non ho pubblicato visto che non erano in tema ), queste sono le sua pagine:

http://martinarte80.blogspot.it/

https://www.facebook.com/pages/Martinarte/401637099894750

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Rifatevi gli occhi! ❤

Alla prossima,

La Figlia del Brigante

Certificato di adozione…regole per mantenere al meglio la tua creazione

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Era da tempo che volevo farlo, e mi sono decisa. Queste semplici regole servono a chi adotta le vostre creazioni per comprendere i limiti del fimo, le cose da evitare, e anche per considerare la vostra creazione per ciò che è: qualcosa di artigianale e unico, che come tale ha i suoi limiti.

Vi consiglio di farlo a vostra volta, è sinonimo di serietà e di amore verso le vostre creature, e magari potrà garantire una sopravvivenza maggiore a questi oggettini troppo spesso considerati come bigiotteria di serie B…e anche a essere presi un pò più sul serio!

CONSIGLI: Fimo Vs Forno…la cottura, parte 2

Se avete letto la parte 1 sapete i principi generali della cottura del Fimo: cuocere tra i 110 e i 130 gradi per circa 30 minuti. Abbiamo visto che ogni forno è diverso e che prima di  cuocere qualcosa a cui tenete in un fornetto nuovo vi conviene imparare a conoscerlo facendo delle prove…spesso ne va della ” vita ” della vostra creazione!

1. COSA SUCCEDE AL FIMO QUANDO CUOCE?

Il processo di cottura del fimo si chiama ” vulcanizzazione” ( parlo del Fimo perchè finora ho sperimentato solo quello, ma vale per tutte le paste polimeriche ), in pratica il calore fa polimerizzare le particelle di quel famoso gel plasticizzante ( il polivinile ), rendendolo duro. L’ideale rimane una cottura omogenea, quindi che il forno sia preriscaldato, che la teglia sia posizionata nel ripiano medio e che il forno sia ventilato ( anche se il mio non lo è :P).

Quando cuoce quindi il Fimo ” plasticizza”, ed avvengono alcune cose fondamentali:

Rimane un pò elastico…ma non troppo:

Se volete modificare la vostra creazione in fimo una volta cotta, fate attenzione…infilare dei chiodini o tentare di bucarla con un ago ” facendosi spazio”, senza cioè usare una forma che si avviti girando ( come il trapano ad esempio, che so che viene usato per esempio per allargare i fori delle perline già cotte ), può non essere una buona idea…il fimo può spaccarsi e creparsi attorno al buco, dipendendo dallo spessore e dalle dimensioni dell’oggetto! Cercate dunque se possibile di cuocere le creazioni nella posizione in cui volete che rimangano.

Aumenta impercettibilmente di dimensioni:

Questo la maggior parte delle volte non è un problema………….a meno che non abbiate fatto tanta fatica per creare qualcosa che debba alla fine rimanere in piedi ( come una dollina ). L’aumento di dimensioni impercettibile può deformare la base dei piedi in maniera quasi invisibile…se non per il fatto che poi la dollina non sta più in piedi!

Autoaderisce nelle parti a contatto:

Se due parti sono messe a contatto anche con una pressione leggera da crude ( se il fimo è ben condizionato ), tendono ad aderire anche da cotte! Ciò vuol dire che non dovete versare fiumi di Fimo liquid in ogni dove ( vedi la parte sulla modellazione ), ma solo sulle parti sporgenti o più fragili e sottili.

– Diventa metallizzato se cosparso di polveri iridescenti/ metallizzate ( o opaco se polvere di gessetto ):

Ricordatevi sempre di usarle con una mascherina! Detto questo…abbiamo già detto che se cospargete con un pennello una superficie cruda con queste polveri ( da quel che mi hanno detto vanno bene  anche gli ombretti e la polvere dei gessetti), queste aderiranno al fimo, perdendo la parte in eccesso che tenderà a rimanere sul pennello. Quante più ne mettete tanto più ne rimarrà adesa fino a riuscire a coprirlo completamente, ma dopo un certo limite la polvere in eccesso verrà via, quindi usatela poco alla volta se non volete sprecarla! Ricordate inoltre che se lo fate a creazione fresca ( senza averla lasciata risposare ) la polvere aderirà molto meglio. Una volta cotto l’oggetto l’effetto polvere sarà quasi invisibile, lasciando una superficie dall’effetto metallizzato tendenzialmente omogeneo ( dipende da quanta ne avete messa ), e una volta caduta la parte in eccesso il resto rimarrà adeso senza macchiare.

Tende ad appiattirsi nella parte a contatto con la superficie di cottura

Se la vostra creazione è piatta da un lato, cuocetela appoggiandola sul lato piatto ( ovviamente ). Se però è una scultura 3D cercate in tutti i modi di tenerla in piedi! potete usare un sopporto in carta argentata, carta da forno, una struttura in filo metallico ( meglio se rivestita con carta argentata, perchè se il fimo diventa incandescente può bruciare localmente la creazione ), si possono persino ” impalare” su uno stuzzicadenti o un filo metallico che è a sua volta infilato su una massa di fimo di scarto creata per l’abbisogna. La maggior parte delle mie creazioni ha un supporto metallico o una struttura in filo di rame, e non ho mai avuto troppi problemi.

Rimane flessifile finchè non si raffredda

Se avete terminato la cottura con i dovuti crismi e il fimo vi sembra ancora molle, è normale! Guai a prenderlo nella maniera sbagliata, o ancora peggio con pinze o appiattendo la creazione con un guanto da forno…si deformerà irreparabilmente. Il mio consiglio è prelevare le creazioni prendendole dalla loro base piatta ( tipo mettendovi sotto un foglio di carta o una lama piatta e sottile ), e metterle in un bicchiere di acqua fredda. In questo modo il fimo si raffredda immediatamente, e non è più deformabile. Inoltre le parti trasparenti diventano molto più trasparanti con questo metodo che lasciandole raffreddare da sole ( l’ho letto da qualche parte e a me è successo!).

2. RAFFREDDAMENTO

Nella mia esperienza personale alcuni colori, se lasciati raffreddare nel MIO forno, si scuriscono ( non chidetemi il perchè ). Tuttavia non emettendo il tipico odore del fimo bruciato ( che ricordate sempre pare essere tossico ), devo ammettere che ogni tanto l’ho fatto in maniera mirata, soprattuto se mi piacciono le sfumature di certi tipi di colori ( il trasparente dà delle bellissime venature rosse che sembrano fiamme, il fluorescente sembra marmo con delle piccole inclusioni nebbiose, il prosculpt prende delle bellissime sfumature bronzate ). Tuttavia se per farle dovete bruciare il fimo, evitate. Con i miei consigli non voglio intossicare nessuno!

La maggior parte delle volte faccio scivolare la creazione in un bicchiere di acqua fredda, che lo rende immediatamente duro e resistente. Ho letto che finchè è elastico e flessibile si può modificare e piegare come si desidera ( delicatamente ) e poi tenerlo sotto l’acqua fredda per fissare la posizione, ma non ho mai provato!

3. CUOCERE….E RICUOCERE

Il Fimo può essere cotto più volte ( sempre con le stesse precauzioni ), senza troppi problemi. C’è chi dice che lo rende anche più resistente, ma non saprei. Ci sono particolari che possono essere aggiunti solo su una base solida, o in un secondo momento, e la ricottura diventa essenziale…tuttavia ricordate che il fimo se ricotto torna flessibile quando si riscalda, quindi vale sempre il principio che le parti a contatto con la base si deformano! Non potete cioè fare un lato A, cucere la creazione, creare il lato B e cuocere la creazione poggiandola sul lato A già cotto. Inoltre il Fimo crudo sul fimo già cotto non è autoaderente…questa è uno delle mie ragioni preferite per imprecare sonoramente. Solo sperimentando vi renderete conto di cosa conviene fare tutto a crudo e cosa aggiungere dopo la cottura per una seconda infornata.

4. BRUCIARE IL FIMO

Credo davvero che pochi odori siano così malauguranti, fetidi, sintetici, penetranti, come l’odore del fimo bruciato. Se vi accorgete che la vostra creazione si è bruciata, aprite il forno coprendovi la bocca con un panno e areate bene l’ambiente. Se poi questo succede nel forno di casa, è un disastro…l’odore non andrà via tanto facilmente! Anche se la tentazione è forte aspettate che l’ambiete sia areato per bene prima di avvicinarvi per numerare le perdite. Non so quanto i fumi del fimo bruciato siano nocivi, ma meglio essere prudenti.

Attenzione inoltre a creazioni molto sottili, o create su un cuore di carta argentata ( utile se voltete risparmiare fimo e le creazioni sono molto grandi ). Queste infatti bruceranno più velocemente. Attenti anche ai residui di pasta che possono rimanere sulla piattaforma di cottura ( in genere gocce di fimoliquid ), soprattutto se avete innavvertitamente bruciato la creazione…pulitela sempre subito dopo finito, e rimuovete i residui con una lametta o anche solo con il primo strumento che vi capita a tiro, poi lavatela accuratamente.

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Qui si notano bene le sfumature che prende il prosculpt nelle parti sporgenti perchè comincia a surriscaldarsi. Questo è sicuramente un difetto del mio forno, su cui però mi piace giocare!

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Per portare a termine questa fenice ed evitare che la pressione sul crudo deformasse la forma originaria, ho aggiunto le ali dopo la prima cottura, ricuocendola in un secondo momento.

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In quadrifoglio è stato ricoperto con le polveri metallizzate, verde e dorato al centro…se imparate a giocare con i colori, ricordando il particolare effetto di un determinato colore di polvere su un determinato colore di fimo, potere ottenere delle sfumature veramente stupende. Tuttavia se volete semplicemente rendere al massimo un colore metallizzato, vi conviene usare una base di fimo dello stesso colore delle vostre polveri.

NOTA IMPORTANTE: nel mio blog descriverò solo tecniche ed accorgimento di cui ho avuto esperienza diretta. Non troverete quindi tutto ciò che bisogna sapere sull’argomento, ma solo con cosa mi sono scontrata, le soluzioni che ho trovato e le domande che ancora mi pongo! ❤ Questo blog è nato per favorire lo scambio di esperienze…non siate timidi! :)

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CONSIGLI: FIMO vs forno…la cottura, PARTE 1

A chi capita di salutare le proprie creazioni……nella speranza di rivederle uscire sane e salve dalla bocca nera del forno?

A me spesso, ma c’è da dire che il mio fornetto è dell’anteguerra. Tuttavia non sono rari i casi in cui il fimo si bruci, per distrazione o per omissione di particolari accortezze, o che la creazione si rovini irreparabilmente durante la cottura. Non ci sono molte istruzioni al riguardo sul panetto…giusto una immaginetta che scrive che il fimo si cuoce dai 110 ai 130 gradi per circa 30 minuti. Ebbene, se per la media dei forni può essere vero, attenzione a infornare creazioni a cui tenete in forni sconosciuti!

1. SCELTA DEL FORNO:

Non fate l’errore di investire su attrezzi e materiale e poi trascurare l’aspetto forno…la resistenza, i colori e la buona riuscita di una creazione dipendono in larga percentuale da una adeguata cottura! Il forno non deve essere assolutamente a microonde, ed è sconsigliabile usare quello di casa, che si usa anche per cucinare. Sebbene se cotto nella maniera giusta il fimo non sia tossico, lo sono i fumi che si liberano quando viene bruciato, inoltre nel forno resta uno strano odore sintetico che non è semplice togliere. Quando comprate un forno nuovo, vi conviene, a parte comprarlo a norma e con i consumi più bassi possibili, scegliere un forno per le vostre esigenze di produzione. Il mio forno è piccolino, si riscalda in fretta, e non lo uso per nient’altro che per la cottura del fimo.

Se proprio volete fare le cose ad arte potreste comprare un termometro da forno, per sapere se la temperatura sale eccessivamente o è insufficiente. Una ragazza nei commenti ( Grazie! ) mi scrive che facendo la prova con un foglio di carta da stampante, questo si scurisce se la temperatura aumenta troppo…non l’ho mai provato, ma ad occhio mi sembra un buon metodo, visto che spesso mi succede se metto il foglio di carta sotto le creazioni!

2. ASPETTARE O NON ASPETTARE?

Se è vero che per esigenze economiche è consigliabile aspettare di avere una bella informata e cuocere tutto insieme, è anche vero che il Fimo crudo dopo un certo tempo rilascia sul supporto su cui si trova parte del gel che tanto faticosamente avete amalgamato. Avete inoltre mai provato a maneggiare nuovamente creazioni lasciate molto tempo a riposare? Risultano meno elastiche, e rischiano anche di danneggiarsi se le maneggiate con troppa foga….rislutano più “secche” per così dire. Ora, per intuizione personale ( non è assolutamente detto che ciò sia vero ), secondo me una creazione fragile o con particolari molto sottili ( tipo una creatura 3D o una dollina con capelli sottili e parti sporgenti etc ) andrebbe cotta immediatamente, magari lasciandola per ultima in una teglia di cose più resistenti e con meno particolari in rilievo ( come possono essere dolline 2D e animaletti kawaii ), poichè a mio parere così facendo, cioè cuocendola con le porzioni ben amalgamate, resiste molto di più alle ingiurie del tempo.

3. ACCORGIMENTI:

Il Forno va sempre pre-riscaldato quando intendete cuocere le vostre creazioni, proprio come fareste per una torta. Il Fimo non andrebbe cotto direttamente su un supporto metallico, che emani molto calore diretto ( come ad esempio una teglia da forno ), poichè la parte a contatto cuoce anche per conduzione e rischia di bruciarsi, annersirsi e addirittura deformarsi. L’ideale è porre le creazioni su una superficie come la ceramica, o strati di carta da forno, anche i normali fogli di carta vanno bene. Alcuni tipi di colori bruciano più facilmente di altri, come il bianco e il trasparente, e vi conviene buttarci un occhio in più durante la cottura! Un trucco può essere coprirlo con un velo di carta da forno, per rendere meno aggressivo il cambio di temperatura.

4. CONOSCERE IL PROPRIO FORNO:

Come già detto, sarete voi a imparare a conoscere il vostro forno, quanto tempo ci impiega a cuocere nella maniera ideale, quanto tempo ci impega a bruciare un particolare colore, qual’è la temperatura ideale nel range indicato. Non so quale tipo di cottura sia consigliabile tra le varie opzioni che può avere un forno ( ventola, sopra-sotto, solo sotto etc ), in quanto il mio fornetto ha solamente una opzione ( cioè quella solo-sotto! ).

Nella parte 2 ci sarà: come evitare deformazioni, cottura di strutture 3D, cottura e ricottura, come raffreddare il fimo e tocco finale!Immagine

Arpia prima della cottura

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Arpia dopo la cottura, scurimento mirato da raffreddamento in forno ( che poi vi dirò la prossima volta…).

NOTA IMPORTANTE: nel mio blog descriverò solo tecniche ed accorgimento di cui ho avuto esperienza diretta. Non troverete quindi tutto ciò che bisogna sapere sull’argomento, ma solo con cosa mi sono scontrata, le soluzioni che ho trovato e le domande che ancora mi pongo! ❤ Questo blog è nato per favorire lo scambio di esperienze…non siate timidi! 🙂

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Daenerys Brooch Birth

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Direi che tutto comincia da qui…

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L’obiettivo era realizzare la Spilla di Daenerys Targaryen, una delle protagoniste della ormai famosa saga fantasy ” Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, ormai meglio conosciuto come ” A game of Thrones”. La spilla doveva essere il più somigliante possibile, ma anche il più resistente possibile, e devo dire che ci sono ancora molte cose da migliorare, ma la strada sembra quella giusta!

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Step 1. siamo sicuri che quella sia la testa di un drago??? ( al lato si può vedere l’originale terminato a cui mi riferisco per le proporzioni 😛 )

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Step 2: si intravede qualcosa…

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Step 3: sdentate!

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Step 4: il supporto in filo di rame spesso è obbligatorio…

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Step 5. Eh si, erano in 3!

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Step 4: aggiungere i dettagli…

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Step 5: E infine la lama!

La lama va modellata a parte e poi schiacciata sul filo di rame in modo da toccare la superficie del tavolo in tutta la sua lunghezza.

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Il resto sono tutti particolari da aggiungere!

NOTE: il Fimo se esposto a lungo al sole o in ogni caso alle alte temperature, come può essere una lunga fiera cosplay con 40 ° all’ombra, può riammorbidirsi. Le parti non si spezzano, ma tendono a staccarsi le une dalle altre, soprattutto se sottoposte a tensione. L’ideale è modellare le superfici di contatto con uno strumento a punta smussa che cancelli la linea di divisione, anche aggiungendo altra pasta tra una testa e l’altra per poi schiacciarla per bene e farla aderire alle varie parti. A tutto questo va aggiunto il fimo liquid tra le parti delicate e sottili, e anche in buona misura tra le teste, corna, etc.

Tra le soluzioni prese in considerazione c’è anche fare un bagno di resina finale, che dovrebbe porre fine al dilemma…anche se risulta costosetto :S ( A proposito…nessuno ha consigli in merito??? )

Step 6: Prima di cuocere la spilla bisogna inserire l’anello, io ho usato sotto consiglio della bravissima cosplayer Elisa Manfrè, un anello di plastica dura che si usa per far scorrere le tende sul rispettivo bastone. Tagliandone uno spicchio minuscolo, si prende la forma sulla porzione della spilla in cui va inserita, poi va tolto e cotto senza ( altrimenti rischia di sciogliersi!). Solo successivamente, avendo già il buco della giusta forma e profondità, l’anello può essere applicato e incollato con della colla resistente ( Colla bicomponente, E6000 etc).

Dopo una prima cottura può essere aggiunta della pasta nel restro in modo da inglobare completamente il fimo di rame ancora visibile, sia tra le teste che dietro la lama, e ricuocere il tutto ( sempre senza anello!!! ). Sulla cottura del fimo ci sarà un posto apposito!

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A spilla terminata si possono cancellare le ditate e le irregolarità della lama con la carta vetrata a grana fine o addirittura con un taglierino per i bozzi informi! Infine una spruzzata di vernice acrilica colo alluminio, una stesura di lucido per il fimo, e la spilla di Daenerys è pronta! ❤

CONSIGLI: la modellazione, parte 1

Ognuno di noi vorrebbe modellare il soggetto che preferisce esattamente come lo abbiamo in testa…ma purtroppo non è possibile, come molti di noi ben sanno! Quante volte ci ritroviamo a provare uno stile nuovo, un soggetto sperimentale, per poi dover buttare tutto? Non c’è modo di evitarlo, a meno che il nostro scopo principale non sia vendere e quindi trovare la giusta combo di qualcosa che vada sul mercato e sia facile da realizzare. Non è condannabile, assolutamente, ma solo questione di scelte e priorità!

1. L’IDEA

Il punto più critico in assoluto…quante volte apriamo la pagina di fb solo per vedere che la maggior parte delle creative che conosciamo sono state possedute da un virus che si diffonde a macchia d’olio, facendo riprodurre a tutti lo stesso tema??? Come già detto, è questione di scelte…c’è a chi quel tema piace, lo vede da un’altra e lo riproduce con il suo stile, per personalizzare qualcosa che comunque ritiene suo, anzi che a maggior ragione vuole rendere suo. C’è chi si fa prendere dall’entusiasmo dell’onda e si lancia sulla sua scia. C’è chi pensa che riprodurre un soggetto che va di moda sia una vendita assicurata. Per qualunque motivo lo facciate…nessuno di questi è condannabile, tutt’altro. Ognuno crea cosa e quando gli pare, non ci sono dubbi su questo! Attenzione però al copyright…nonostante sia un discorso preso alla leggera, una cosa è prendere lo stesso tema, un’altra è COPIARE. Sulla mia idea sul copiare scriverò un post, difatti.

Tuttavia…perchè tutti in fondo lo sappiamo…coltivare un proprio tema, un proprio stile, una propria cotta per un determinato argomento…non ha prezzo davvero. E questo la gente lo sente. E se la gente non lo sente…lo sentite voi, che dovrebbe essere la cosa più importante.

Il mio consiglio è semplicemente vivere il vostro mondo, come più desiderate. Leggete, cercate artisti del passato e del presente, disegnate, sognate, guardate cartoni animati, osservate anche il paesaggio dalla finestra con occhi diversi, guardate un film che vi fa impazzire, guardate un foglio bianco e decidete al momento cosa vi va di disegnare. Quella cosa che vi fa alzare la notte per mettervi al tavolo del fimo, quella cosa che vi fa fare schizzi mentre siete a lavoro. Quello è il tema che fa per voi.

2. SCHIZZO SI O SCHIZZO NO?

Molte di noi realizzano uno schizzo dell’opera che vogliono realizzare…non so voi, ma io posso fare anche uno schizzo, ma l’opera non sarà mai quello che ho disegnato! Fare schizzi è qualcosa di molto personale. C’è chi crea direttamente cominciando da un colore che gli piace o da una idea che ha in mente, e quello che succede succede. Non esiste una regola, e nessuna è migliore dell’altra!

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schizzo…

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opera terminata!

3. PORSI LE DOMANDE GIUSTE

Per quanto siano belle e perfette nei minimi dettagli, in pochi indosserebbero una statuina del presepe come fosse una collana. Ci possono essere delle eccezioni, ma quando si crea dobbiamo prima di tutto chiederci ” Cosa  sto facendo? A chi è destinato? Qual’è il suo utilizzo?”. Quando si creano gioielli, questi andranno indossati…voi lo indossereste? Una persona che si sveglia la mattina e deve scegliere che collana-orecchini-bracciali indossare, lo sceglierebbe tra quelli nel bauletto dei propri gioielli? Molte delle nostre creazioni sono molto molto belle, ma ( almeno per quanto mi riguarda…) non vengono indossate e nella migliore delle ipotesi finiscono in una collezione, o diventano decorazioni per la casa, nella peggiore in un bauletto insieme a tante altre. Porsi le domande giuste significa capire che utilizzo vogliamo dare a quell’opera e perchè la creiamo…e trovarne i limiti. Se poi riusciamo a darci anche le risposte giuste, probabilmente la nostra creazione sarà quella più indossata, non per forza la più bella e spettacolare, ma avrà la funzione per cui è stata realizzata, divenire parte di una persona che indossandola si sente a suo agio!

Io personalmente mi concedo un pò di prendere con elasticità questa regola fondamentale…ma credo che ormai faccia parte del mio stile, che rende le opere delle piccole sculture, e che alla fine a chi mi segue piace comunque 🙂

4. CONOSCERE I PROPRI LIMITI E I LIMITI DEL MATERIALE CHE USIAMO

Un soggetto di successo è quello che non si rompe alla terza volta che viene indossato. Se normalmente siamo prudenti, ecco, l’obiettivo è esserlo sempre il doppio per il soggetto successivo. Non è una bella pubblicità sapere che il proprio oggetto, per quanto abbia reso felice la committente, si sia rotto o danneggiato senza un motivo apparente se non i normali traumi che subisce un oggetto indossato. Questo a volte va a discapito dell’arte e dell’ispirazione artistica…ma a quel punto, se non volete scendere a compromessi, meglio realizzare una miniatura o una decorazione da muro! Non dobbiamo dimenticare l’utilizzo a cui sono destinate le nostre creazioni…e dobbiamo essere onesti, con noi stessi e con chi le adotta! Il Fimo sa essere resistente ed elastico, se si usano certe accortezze:

– evitare le parti sottili che non abbiano più punti di appoggio: Se volete fare delle parti sporgenti ben venga, ma cercate di dargli una base per la maggior parte della loro lunghezza, o metteteci uno sfondo, oppure ancora utilizzate un supporto   da mettervi sotto. Se volete realizzare cose sottili come capelli o simili che vanno nel vuoto, sappiate che il rischio c’è…sta a voi poi capire quanto lo volete correre e stabilire i giusti tempi di cottura. Inoltre le parti sottili si incastrano nei vestiti, negli anelli delle catenelle…praticamente in qualsiasi cosa! Opere minuzione e stupendamente realizzate, come quelle di Nobu Happy Spooky ( https://www.facebook.com/NobuHappySpooky?ref=ts&fref=ts ), sono dei capolavori di particolari anche se limitano al massimo le parti sporgenti, e , anche se con uno stile tutto loro, sono indossabili senza problemi.

– utilizzare il Fimo Liquid: il fimo liquid è un gel che una volta cotto ha una consistenza gommosa ed elastica, e quasi del tutto trasparente, soprattutto se in piccole quantità. Costa un pochino, ma è davvero un investimento…applicato tra le giunture delle parti della nostra creazione e sui particolari fragili, vi dà una certa garanzia di resistenza ( anche se non assoluta ). Io lo uso anche sulle sfoglie sottili coprendole del tutto dal lato che non si vede, così da avere qualche sicurezza che non si crepino con il tempo.

– utilizzare solo fimo condizionato a lungo: come già detto il fimo ben amalgamato è più omogeneo e più resistente una volta cotto.

– utilizzare tempi di cottura adeguati: il fimo cotto in maniera incompleta risulta fragile, anche se spesso non immediatamente. Meglio cuocerlo un tantino di più che un tantino di meno…ma attenti a non bruciarlo! Se ne parlerà nel post sulla cottura 🙂 Per esperienza personale il Fimo bruciato risulta molto resistente…ma si perde tutto il lavoro di decorazione e colore, inoltre ricordare bene che I FUMI ESALATI DAL FIMO BRUCIATO SONO TOSSICI!!!

– trovare il proprio equilibrio: Creativi come Angenia Creation ( https://www.facebook.com/pages/Angenia-Creations/174434059271046?ref=ts&fref=ts ), sono riusciti a trovare un equilibrio tra forme sottili e delicate e resistenza, a forza di provare, mescolare i colori giusti, lavorare in un certo modo. Devo dire che io il mio equilibrio lo sto cercando, ma che a volte preferisco peccare di troppa prudenza che di troppa audacia…le creazioni che ritengo più fragili hanno un supporto esterno o sono addirittura rinchiuse in boccette e casse di orologi!

– chiedere feedback alla gente: I pareri di chi adotta le creazioni sono più importanti di qualsiasi libro…se riuscite a creare un rapporto di fiducia con i vostri clienti, potrete capire i vostri limiti ed evitare di ripetere lo stesso errore in futuro! Cercate la loro comprensione invece che arrabbiarvi e dire che è impossibile…siamo artigiani alle prese con un materiale la cui resistenza dipende da tantissimi fattori, non sempre tutti prevedibili, e la gente deve sapere che un oggetto in fimo non deve essere sbatacchiato come un pupazzo di plastica, ma deve essere riguardato come un qualsiasi ciondolo di vetro o ceramica.

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Questa sirena su cui avevo lavorato a lungo si è irrimediabilmente bruciata. Eppure nonostante tutti i colori si siano modificati, ho notato che è molto più resistente del solito!

5. CREARSI UN PROPRIO STILE

Non sono molti purtroppo gli artisti del fimo che si riconoscono alla prima occhiata. Il loro stile non deve per forza essere complesso e strapieno di particolari o di virtuosismi scultorei, ma è talmente personale che alla fine li premia per questa loro unicità. Un esempio è Neraneve ( https://www.facebook.com/neraneve?fref=ts ), che con le sue dolline ha conquistato il cuore di tutti i suoi fan…ma ce ne sono molti altri in giro. A voi decidere cosa volete fare della vostra arte…se un mezzo per raccogliere qualche soldo o qualcosa di personale che sia solamente vostro e che vi regali la soddisfazione che cercate!

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CONSIGLI: lavorazione e colore, parte 2

Eravamo rimasti al nostro panetto del colore che desideriamo, che sia esso già pronto e lavorato o ottenuto mescolando panetti di vari colori per ottenere un colore particolare.

1. SCARTI DI LAVORAZIONE

Il fimo non è costosissimo, ma neanche regalato…gli scarti della lavorazione possono essere messi da parte in un pezzetto di carta da forno e utilizzati in seguito ( so che c’è chi li congela, ma io non l’ho mai fatto! ). Questo sia se vogliamo conservare il colore che abbiamo ottenuto, sia se sono tanti pezzetti minuscoli di colori diversi, che mescolati insieme danno un colore indefinito. Primo di metterlo da parte questi pezzetti vanno comunque lavorati e ben amalgamati, in modo da raggiungere la solita consistenza morbida, che permette di conservarli al meglio. Gli scarti sono molto utili perchè possono essere usati come base per dare spessore e come nucleo di creazioni di una certa dimensione, per cui la preziosa parte di fimo decorativo viene ridotta al minimo! Esistono inoltre numerose techiche che usano come base proprio il materiale di scarto…documentarsi per credere!

2. MEMORIZZARE LE PROPRIE “COMBO”

Alcune combinazioni particolarti di colori possono nascere da esperimenti casuali, ed essere quasi impossibili da riprodurre…se ciò accade segnatevi le vostre combo di successo! Il colore bronzo che uso io, ad esempio, nasce da una somma di materiale di scarto e oro in proporzioni diverse a seconda del colore di partenza…non viene sempre allo stesso modo, ma quando centro la combo fortunata la metto subito da parte per utilizzi futuri!

3. GUANTI SI O GUANTI NO?

C’è chi per lavorare il fimo usa dei guanti in lattice, in modo da ridurre al minimo le contaminazioni. Io non riesco ad usarli, perchè perdendo il contatto con il materiale, mi rendo conto che lo controllo molto meno…ma usarli ( se non siete allergici o intolleranti ) dà indubbiamente notevoli vantaggi dal punto di vista della pulizia dell’opera terminata.

4. CONOSCERE I PANETTI

Per esperienza personale, posso dire che ogni colore di fimo si comporta in maniera leggermente diversa tra le mani. Risponde diversamente all’utilizzo di strumenti, alla cottura, persino alla manipolazione e al condizionamento. Il Fimo esiste nelle varianti “classic” ( molto più dure da lavorare anche una volta condizionati ) e ” soft”, che credo varino per contenuto in parte gel. Il fimo soft a volte se lavorato molto diventa così “soft” da essere ingestibile per alcuni utilizzi ( perchè basta premere un poco per perdere la forma del proprio lavoro, soprattutto se in 3D, causando quello che io chiamo ” effetto eco” ), ottimo per altri ( ad esempio per aggiungere decorazioni e tocchi di colore su una base più rigida ).

Nella mia esperienza ad esempio, un ottimo colore per modellarare soggetti particolareggiati sono il bianco, il madreperla e il fosforescente. Il Fimo trasparente invece ha una consistenza più gommosa ( probabilmente la trasparenza è data dall’alta percentuale in gel, ma è solo una ipotesi! ), che lo rende molto elastico una volta cotto ( meno rigido e quindi meno fragile ), ma veramente molto difficile da modellare nei particolari….non lo userei mai per modellare un visino minuscolo e realistico, a meno che non lo richieda il soggetto ( anche perchè poi essendo trasparente si noterebbe veramente poco ). Il fimo trasparente è invece ottimo per fare vestiti, pinne, ali, sotto forma di sfoglie di spessore anche abbastanza sottile ottenute con la macchina per la pasta o il mattarello, ma sempre dopo averlo condizionato a lungo!

5. FIMO TROPPO MORBIDO, FIMO TROPPO DURO

Il discorso qui è un pò ampio e difficile…ci sono panetti che anche nuovi risultano molto duri da maneggiare e condizionare, anche dopo una certa dose di pazienza e fatica. Io ho provato aggiungendo una goccia di fimo liquid e amalgamando bene, nel caso fosse troppo duro, e mi sono sempre trovata bene…Nel caso del fimo troppo morbido un trucco che ho usato è lasciarlo riposare tra due fogli di carta normale. Succede infatti che una parte di gel venga assorbito dalla carta, per cui perdendolo il fimo una volta amalgamato nuovamente diventa leggermente più duro. Attenzione però…se ne perde troppo il risultato può essere disastroso, il fimo diventare friabile e quasi impossibile da condizionare, e il risultato essere poco omogeneo e quindi fragile. Come regolarsi sul tempo necessario? Alcune volte mi è andata bene, alcune volte male. L’ho usato talmente poche volte ( spesso lo lasciavo casualmente ) che non saprei proporre un risultato ripetibile. Ho sentito che per indurirlo c’è chi ci aggiunge della farina ( che pare assorba il colore divenendo invisibile ), ma io non ho mai provato quindi non mi pronuncerò sull’argomento!

6. NON SOLO FIMO

Tuttavia devo dire che per certi utilizzi il fimo non è il materiale di prima scelta. Per forme anatomiche complesse, ” sculture ” e soprattutto visi, nella mia esperienza il Prosculpt è in assoluto il materiale che preferisco. Avendo già un ottimo ” color pelle” molto delicato, non devo mescolarlo o colorarlo in seguito, e ormai mi sono abituata al suo tipo di consistenza che mi permette di modellarlo con uno scarso ” effetto eco” ( che è come chiamo quando lavoro da una parte e per pressione si modifica la porzione di appoggio, sia esso in mano o sulla superficie di lavoro ). Può essere inoltre mescolato con il fimo per ottenere una interessante via di mezzo  e particolari gradazioni di sfumature di pelle. Il prosculpt ha inoltre un tempo di cottura ” compatibile” con il fimo, cosa che invece non ha il Katoclay, che necessita di tempi leggermente più lunghi con il rischio di bruciare la parte in fimo o lasciare la parte in kato con una cottura incompleta. Ma sulle mie varie esperienze di cottura ne parlerò in un post a parte!

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La mia combo preferita: Prosculpt per il corpo, fimo soft per i capelli ( mescolando rosso e giallo per ottenere quella particolare sfumatura di arancione), madreperla per la coda e fimo trasparente per le decorazioni sottili ( le pinne )

Per quanto riguarda la fase pre-modellazione mi sembra tutto! Queste cose non sono scritte in nessun libro e nascono da esperienze personali. Se ne avete di vostre non mancate di condividerle!

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