CONSIGLI: lavorazione e colore, parte 2

Eravamo rimasti al nostro panetto del colore che desideriamo, che sia esso già pronto e lavorato o ottenuto mescolando panetti di vari colori per ottenere un colore particolare.

1. SCARTI DI LAVORAZIONE

Il fimo non è costosissimo, ma neanche regalato…gli scarti della lavorazione possono essere messi da parte in un pezzetto di carta da forno e utilizzati in seguito ( so che c’è chi li congela, ma io non l’ho mai fatto! ). Questo sia se vogliamo conservare il colore che abbiamo ottenuto, sia se sono tanti pezzetti minuscoli di colori diversi, che mescolati insieme danno un colore indefinito. Primo di metterlo da parte questi pezzetti vanno comunque lavorati e ben amalgamati, in modo da raggiungere la solita consistenza morbida, che permette di conservarli al meglio. Gli scarti sono molto utili perchè possono essere usati come base per dare spessore e come nucleo di creazioni di una certa dimensione, per cui la preziosa parte di fimo decorativo viene ridotta al minimo! Esistono inoltre numerose techiche che usano come base proprio il materiale di scarto…documentarsi per credere!

2. MEMORIZZARE LE PROPRIE “COMBO”

Alcune combinazioni particolarti di colori possono nascere da esperimenti casuali, ed essere quasi impossibili da riprodurre…se ciò accade segnatevi le vostre combo di successo! Il colore bronzo che uso io, ad esempio, nasce da una somma di materiale di scarto e oro in proporzioni diverse a seconda del colore di partenza…non viene sempre allo stesso modo, ma quando centro la combo fortunata la metto subito da parte per utilizzi futuri!

3. GUANTI SI O GUANTI NO?

C’è chi per lavorare il fimo usa dei guanti in lattice, in modo da ridurre al minimo le contaminazioni. Io non riesco ad usarli, perchè perdendo il contatto con il materiale, mi rendo conto che lo controllo molto meno…ma usarli ( se non siete allergici o intolleranti ) dà indubbiamente notevoli vantaggi dal punto di vista della pulizia dell’opera terminata.

4. CONOSCERE I PANETTI

Per esperienza personale, posso dire che ogni colore di fimo si comporta in maniera leggermente diversa tra le mani. Risponde diversamente all’utilizzo di strumenti, alla cottura, persino alla manipolazione e al condizionamento. Il Fimo esiste nelle varianti “classic” ( molto più dure da lavorare anche una volta condizionati ) e ” soft”, che credo varino per contenuto in parte gel. Il fimo soft a volte se lavorato molto diventa così “soft” da essere ingestibile per alcuni utilizzi ( perchè basta premere un poco per perdere la forma del proprio lavoro, soprattutto se in 3D, causando quello che io chiamo ” effetto eco” ), ottimo per altri ( ad esempio per aggiungere decorazioni e tocchi di colore su una base più rigida ).

Nella mia esperienza ad esempio, un ottimo colore per modellarare soggetti particolareggiati sono il bianco, il madreperla e il fosforescente. Il Fimo trasparente invece ha una consistenza più gommosa ( probabilmente la trasparenza è data dall’alta percentuale in gel, ma è solo una ipotesi! ), che lo rende molto elastico una volta cotto ( meno rigido e quindi meno fragile ), ma veramente molto difficile da modellare nei particolari….non lo userei mai per modellare un visino minuscolo e realistico, a meno che non lo richieda il soggetto ( anche perchè poi essendo trasparente si noterebbe veramente poco ). Il fimo trasparente è invece ottimo per fare vestiti, pinne, ali, sotto forma di sfoglie di spessore anche abbastanza sottile ottenute con la macchina per la pasta o il mattarello, ma sempre dopo averlo condizionato a lungo!

5. FIMO TROPPO MORBIDO, FIMO TROPPO DURO

Il discorso qui è un pò ampio e difficile…ci sono panetti che anche nuovi risultano molto duri da maneggiare e condizionare, anche dopo una certa dose di pazienza e fatica. Io ho provato aggiungendo una goccia di fimo liquid e amalgamando bene, nel caso fosse troppo duro, e mi sono sempre trovata bene…Nel caso del fimo troppo morbido un trucco che ho usato è lasciarlo riposare tra due fogli di carta normale. Succede infatti che una parte di gel venga assorbito dalla carta, per cui perdendolo il fimo una volta amalgamato nuovamente diventa leggermente più duro. Attenzione però…se ne perde troppo il risultato può essere disastroso, il fimo diventare friabile e quasi impossibile da condizionare, e il risultato essere poco omogeneo e quindi fragile. Come regolarsi sul tempo necessario? Alcune volte mi è andata bene, alcune volte male. L’ho usato talmente poche volte ( spesso lo lasciavo casualmente ) che non saprei proporre un risultato ripetibile. Ho sentito che per indurirlo c’è chi ci aggiunge della farina ( che pare assorba il colore divenendo invisibile ), ma io non ho mai provato quindi non mi pronuncerò sull’argomento!

6. NON SOLO FIMO

Tuttavia devo dire che per certi utilizzi il fimo non è il materiale di prima scelta. Per forme anatomiche complesse, ” sculture ” e soprattutto visi, nella mia esperienza il Prosculpt è in assoluto il materiale che preferisco. Avendo già un ottimo ” color pelle” molto delicato, non devo mescolarlo o colorarlo in seguito, e ormai mi sono abituata al suo tipo di consistenza che mi permette di modellarlo con uno scarso ” effetto eco” ( che è come chiamo quando lavoro da una parte e per pressione si modifica la porzione di appoggio, sia esso in mano o sulla superficie di lavoro ). Può essere inoltre mescolato con il fimo per ottenere una interessante via di mezzo  e particolari gradazioni di sfumature di pelle. Il prosculpt ha inoltre un tempo di cottura ” compatibile” con il fimo, cosa che invece non ha il Katoclay, che necessita di tempi leggermente più lunghi con il rischio di bruciare la parte in fimo o lasciare la parte in kato con una cottura incompleta. Ma sulle mie varie esperienze di cottura ne parlerò in un post a parte!

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La mia combo preferita: Prosculpt per il corpo, fimo soft per i capelli ( mescolando rosso e giallo per ottenere quella particolare sfumatura di arancione), madreperla per la coda e fimo trasparente per le decorazioni sottili ( le pinne )

Per quanto riguarda la fase pre-modellazione mi sembra tutto! Queste cose non sono scritte in nessun libro e nascono da esperienze personali. Se ne avete di vostre non mancate di condividerle!

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